Genii.

fri maggior fede, quando (tante la prumv-*"
fattagli da Dio, che multiplicarebbe la fua-»
Schiatta^-» Ifac '■vocabitur tibi fimen)Gcn. 11 •
nel 17.patrè multarugentiu conflitui te, (pfi exilia,
<doe,Sara dabotibifilm,cui benediElurus su,eritqfin

nationes,etc.e fentedoiì intimar il comandarne

Ad Rem. 4.

.

to,che vccidefle il luo vnico figliuolo Ilàac^no
tèlo non fi perle d’animo, ò vacillò punto di
fedeuna tenne più che di certo, che h.arebbe->
Dio à refufeitare il luo figlio per adempirei
quanto che hauea promeffo,e però,come dice
L Apertolo (contrafirn infirn credidit, 'vtfieret'
pater multarum gentium,(èffe.(èfi non infirmatus efi
fide, nec confiderauit corpusfiuum emortuum, cum
iamfirecentumefifietannorum.(èfiemortuamrvuluamSarx: In reprorni(pone etiam Dei non Insfitauit
diffidentia,fed confiortatus efifide dans gloriam Deoi
pleniffimèfiiens quia quMumqpromifit potefl efi (gfi
fiacere) Et fe vogliamo dalla legge di Natura

Pa^are alla legge Euangelica, trouiamó che_>
Stmone Apertolo per hauer egli folo tra gl’aldc iideóonfe
1 c°nfeffato il Verbo incarnato me
rito effer chiamato dall’ifteffo Verbo pietra di
di pietra .
Santa Chiefa
&fiper han^e(rafft)
additando lo fteffo Pietro , come dicC Agortino, ed Ambroggio ( e^cabo £cde^m

Pietro Apo-

etra-