ro di pagine, mentre i paesi dell’Europa orientale occupano un numero di pagin e compreso fra la metà (Repubblica democratica tedesca), un terzo (Polonia) o addirittura un sesto (Ungheria, Cecoslovacchia Altri tentano di stabilire un certo equilibrio quantitativo: nel volu- me di Hachette (Martin, Desplanques et al., 1988) è utilizzato ap- prossimativamente lo stesso numero di pagine per la Gran Bretagna, la Repubblica federale, l’Italia, la Repubblica democratica e la Polonia. Hatier (Martin, 1988) e Nathan (Hugonie, Chapeau e Batrel, 1988) hanno adottato invece una successione scalare, cosi ordinata: Repubblica federale e Gran Bretagna (14p gine), Spagna Repubblica democratica, Polonia (8 pagine), Italia (6& pagine), Ungheria e Ce» coslovacchia (4 pagine). unto di ivista puramente quantitativo risalta il posto occu- pato dalla Germania, tanto quella occidentale quanto quella orientale. Se si confrontano 1 titoli dei capitoh che si riferiscono alle due epa arti al? lora ancora divise della Germania, nei diversi manuali si rilev no so- :: U‘ @" [=' n :» D.… % 0 fi n s) : O sx: e-» ("lì D. m (1 < ('O m 'fi n = H » fi % (’O : ma potenza nell’Europa dell’ Est», «l’efficiente industria del Comecon» o come la «grande potenza industriale» spesso co ntono enfat tei Accanto ai problemi della popolazione per le due parti della Ger- mania si pon eal’ ccento prevalentemente sulla funzione predominante dei due stati all’interno della rispettiva comunità economica 2.4. Pro.rpetliye del/a trattaziane Nella trattazione della Germania, cosi come in quella degli altri stati continentali, si sente spesso la mancanza di una collocazione' in ambi to europeo. Nel volume pubblicato da Hatier 1 livelli di produttività e i tassi di sviluppo de 1 singo oli pae51 europei sono forniti fondament tamen te ri- spetto alle classifiche mondiali, e lEuropa viene del tutto scavalcata. Nei volumi di Belin (Knafou, Zanghellini et al., 1988) e Hachette (Martin, Desplanques @! al., 1988) domina piuttosto la tendenza al confronto tra le posizioni della Francia e quelle delle altre nazioni d’Euro a. Nel rimo caso i paesi si presentano come sfidanti solitari nella competizione mondiale, nel secondo sono valutati con criteri nazionahstici. Soltanto nel volume di Nathan (Hugonie, Chapeau e Batte], 1988) è considerato il «livello» europeo. Il manuale suggerisce anche 216