nizzazioni ricevono sostegni in forma di servizi, come per esempio la concessione in uso di locali pubblici, l'utilizzo gratuito di attrezzature o di strutture di proprietà comunale. Il contributo consiste in una forma di sostegno che non richiede in cambio alcuna contropartita in termini di servizi o di obblighi contrattuali. Gli unici vincoli per il beneficiario riguardano la non lucratività dell'iniziativa (giacché sarebbe contraddittorio che l'amministrazione pubblica sostenga un'attività finalizzata a produrre profitto per il promotore) e l'obbligo di rendicontazione delle spese sostenute (formalmente il contributo consiste in un concorso alle spese sostenute dall'ente promotore). Nessun vincolo viene stabilito in relazione alla natura e ai contenuti dell'attività sostenuta. La mancata definizione di obiettivi e criteri selettivi per l'erogazione dei contributi rende naturalmente possibile un utilizzo arbitrario e particolaristico di questo strumento di sostegno, appena attenuato dall'obbligo di pubblicità degli enti e dei relativi contributi. D'altra parte, proprio per il suo carattere occasionale, la forma del contributo non si presta a gravi manipolazioni, finendo per costituire talvolta una forma indiretta di compenso per collaborazioni prestate informalmente all'amministrazione comunale, talvolta una forma di assistenza finanziaria ad enti considerati «meritevoli». Il Comune di Milano spende annualmente circa un miliardo e mezzo per contributi ad enti privati assistenziali; tale cifra rappresenta l'I,7% sul totale delle erogazioni ad enti privati assistenziali; si tratta quindi di una cifra modesta, a testimonianza della scarsa adeguatezza di questo strumento alle esigenze primarie della politica sociale locale. Le erogazioni hanno di conseguenza dimensioni ridotte: nel 1991 la ripartizione assistenza ha offerto contributi a 64 enti attivi in campo assistenziale; tali contributi ammontavano in media a 30 milioni per i contributi annuali e a 6 milioni per i contributi finalizzati all'attuazione di specifiche iniziative. 5. Le forme della regolazione L'articolazione delle responsabilità pubbliche tra un livello programmatorio ed uno gestionale determina la sovrapposizione di diverse e spesso contraddittorie forme di regolazione del rapporto pubblico/privato. Alla complessità del quadro contribuisce anche la configurazione frammentata del terzo settore, in cui convivono pre- 97