I, § 1210, p. 732; M. Olson, The Lo- gic of Colective Action. Public Goods and the Theory of Groups, Cambridge, Mass. 1965. "Quest'ultima è la proposta di K. J. Arrow, A Difficult in the Con- cept of Social Welfare, in «Journal of Political Economy», LXVI (1950), pp. 328 ss. e Id., The Limits of Organization, New York 1974. 15 Cfr. R. Koselleck, Vergangene Zukunft, Frankfurt a.M. 1979, (trad. it. Futuro passato. Casale Monferrato 1986). "Cfr. J.G. Simon - H.A. March, Organizations, New York 1958; J. Elster, Ulysses and the Sirens. Stu- dies in Rationality and Irrationali- ty, Cambridge-Paris 1979, (trad. it. Ulisse e le Sirene. Studi sulla razio- nalità e l'irrazionalità, Bologna 1983). " Cfr. M. Foucault, Le souci de soi, Paris 1984, (trad. it. La cura di sé, Milano 1985); Id., On the Ge- nealogy of Ethics. An Overview of Work in Progress, in H. L. Drey- fus - P. Rabinow, Michel Foucault. Beyond Structuralism and Herme- neutics, Chicago 1983, pp. 229-252. 18 Cfr. H. Jonas, Das Prinzip Ve- rantwortung, Frankfurt a.M. 1979. "Cfr., ad esempio, D. Collard, Al- truism and Economy, a Study in non-selfish Economics, Oxford 1978. 20 Cfr. H. Arendt, The Life of the Mind, New York - London 1978, (trad. it. La vita della mente, Bolo- gna 1987); Ead., Kant's Political Philosophy, Chicago 1982. 21 Cfr. A. Mclntyre, After Virtue. A. Study in Moral Theory, London 1981, (trad. it. Dopo la virtù. Sag- gio di teoria morale, Milano 1988). 22 Cfr. J. Rawls, A Theory of Justi- ce, Cambridge, Mass. 1971, (trad, it. Una teoria della giustizia, Mila- no 1983); J. R. Lucas, On Justice. Peri dikaiou, Oxford 1980; B. A. Ackerman, Social Justice in the Li- beral State, New Haven 1980, (trad, it. La giustizia sociale nello Stato li- berale, Bologna 1984); M. Walzer, Spheres of Justice. A Defense of Pluralism and Equality, New York 1983, (trad. it. Sfere di giustìzia, Mi- lano 1987). LA POLITICA E LE POLITICHE SINISTRA AL GOVERNO: LE POLITICHE SANITARIE E ASSISTENZIALI (1980/1985) di Sante Bajardi ^ a riflessione si riferisce t al periodo dal 1980 al ^ 1985; cinque anni con la responsabilità di assessore alla Sanità e assistenza. Lo sforzo compiuto nelle varie fasi ha sempre teso consapevolmente ad una corretta gestione delle singole competenze, il più delle volte in un quadro giuridico precedente alla istituzione delle Regioni, fronteggiando le emergenze e la quotidianità, ma nello stesso tempo facendo crescere le condizioni di un ruolo regionale, rispettoso della legge e dello statuto; legislativo, di programmazione e di coordinamento con delega della gestione agli enti locali singoli o associati. L'analisi che verrà fatta della politica sanitaria e socio- assistenziale in Piemonte e della attuazione del 1° Piano regionale socio sanitario sarà certamente sommaria e di conseguenza sarà difficile utilizzarla per confermare o mutare metodo di formazione e gestione del Piano. Cose analoghe vanno dette circa i cambiamenti normativi, legislativi e gestionali, particolarmente avendo a mente l'assenza da dieci anni del piano sanitario nazionale, che solo può essere il quadro di riferimento per le politiche regionali, non essendo proponibile riferirsi alle varie proposte di piano nazionale presentate e tanto meno alle ricorrenti proposte di modifica della L. 833. Non è questa la sede per un approfondimento sulla politica sanitaria e sociale in Piemonte; sono stati richiamati questi aspetti per evidenziare il fatto che l'esistenza del 1° Piano regionale socio-sanitario, risultato di un ragionevole coinvolgimento di forze sociali, sindacati, enti e 6