tasso di occupazione per le case di cura lucrative e non lucrative. Le case di cura non lucrative mostrano un tasso di saturazione pari al 93,98%, ben superiore all'84% rilevato per quelle lucrative. Le prime presentano dunque in base a questo parametro un'efficienza superiore. La letteratura sulle organizzazioni non profit pone tuttavia, a fronte degli aspetti socialmente positivi (con istituzioni private non profit si riduce - almeno in via di principio - la possibilità che i rimborsi delle Usl siano utilizzati per scopi illeciti, quali ad esempio l'erogazione di un servizio ad un livello qualitativo insufficiente), l'eventualità che la produzione non lucrativa presenti delle inefficienze nella gestione. Mancherebbe infatti l'incentivo a minimizzare i costi non essendoci una correlazione positiva tra redditività dell'ospedale e compensi corrisposti agli amministratori. D'altra parte, si può ritenere che l'obbligo di reinvestimento del profitto conduca ad un aumento del livello qualitativo delle prestazioni. È però legittimo chiedersi se non si possa incorrere nel rischio di una sovradotazione di strutture e apparecchiature tecnologicamente molto sofisticate (e costose) ma non per questo più efficaci, che possano dare luogo ad uno spreco di risorse collettive utilizzando i finanziamenti pubblici comunque garantiti. Una recente proposta formulata da un ospedale non lucrativo è riuscita ad associare all'affidabilità del servizio e ad un elevato livello qualitativo di prestazioni, una gestione delle risorse all'insegna della produttività economica. Adottando questa soluzione, lo Stato darebbe avvio ad una vera competizione fra le strutture pubbliche e quelle private con un finanziamento tendenzialmente egualitario (attualmente la retta corrisposta agli istituti scientifici pubblici è superiore di quella prevista per gli istituti privati), non più determinato in base alle giornate di degenza, bensì in base alle prestazioni erogate. Questo sarà il contenuto della nuova convenzione proposta dagli amministratori dell'Istituto scientifico S. Raffaele di Milano, i quali garantiscono una riduzione dei costi pari ad almeno il 15% grazie ad una gestione rigorosa. L'esperimento avrà luogo con l'attivazione di un ospedale simile al S. Raffaele, che è in costruzione a Roma. È un ospedale all'avanguardia sia per le prestazioni specialistiche (che riguarderanno tutte le malattie degli anziani), sia per la dotazione di strutture accessorie. Qualora le convenzioni prevedessero tutte questo meccanismo di finanziamento, cioè determinato sulla base del numero di pazienti seguiti, si creerebbe un clima competitivo che condurrebbe non solo ad una maggior efficienza, 141