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EDOARDO GIRETTI
    Un pericolo assai grave, contro il quale il governo saprà certamente premunirsi o stare in guardia, è quello che lo «smobilizzo» delle grosso imprese fallite ed il « finanziamento » di quelle in rischio di fallire, ma considerate tuttavia vitali, possano, senza che nessuno lo voglia, avere per definitiva conseguenza la moltiplicazione di grandi organismi « parastatali », esenti dall’obbligo di ricorrere ad azionisti ed istituti di credito per ottenere i capitali e le sovvenzioni occorrenti allo scopo di estendere, anche in periodo di crisi, la loro attività, dato che le perdite di esercizio gravano sullo stato e sulla nazione.
    A titolo di esemplificazione, citerò il caso delle varie società industriali che ebbero vita dalla liquidazione, a spese dello stato, in tempo oramai già lontano, del famoso gruppo della Banca Italiana di Sconto e della Società industriale Giovanni Ansaldo e C., in modo speciale la Società Anonima Nazionale Cogne, Miniere, Alti Forni, Acciaierie.
    Di questo argomento ebbe ad occuparsi la Giunta generale del bilancio della Camera dei deputati nella sua relazione sullo stato di previsione della spesa del ministero delle finanze e dello stato di previsione della entrata per l’esercizio finanziario dal 1° luglio 1932 al 30 giugno 1933 (1).
    Io non saprei fare meglio che riportare qui la parte che segue di quella relazione scritta dall’on. Mazzini:
    « ...Il sostenere poi aziende prive di possibilità di vita è un assurdo grave in quanto che, non solo si disperdono inutilmente somme ingenti, ma si danneggiano direttamente ed indirettamente aziende sane.
    « Un esempio è dato dalla Società Anonima Miniere di Cogne e dalle altre aziende ad essa collegate. Dopo che lo stato ha fornito a questa società ingenti capitali che sommano a centinaia di milioni, deve ancora concederle privilegi che danneggiano, in ultima analisi, le sane aziende concorrenti. E dopo tanti sacrifizi si deve constatare che proprio una società di tale tipo, i cui capitali sono tutti dello stato italiano, ha finito per consegnare il commercio dei propri prodotti ad un ente commerciale che notoriamente, da anni, rappresenta una seria casa straniera concorrente!
    « A richiamare l’attenzione del governo su questa situazione, da noi da lungo tempo segnalata, teniamo tanto più oggi che da parte della « Cogne » e della « Aosta » (società per l’esercizio degli impianti elettrici dalla « Cogne » controllata) si è parlato pubblicamente di grandiosi progetti.
    « La « Aosta » ha annunciato che le sei derivazioni oggi in esercizio non sono che un decimo del vasto programma con cui la società stessa intende sfruttare il bacino aostano e per il quale essa è già fin d’ora in 1
     (1) Camera dei Deputati, legislatura XXVIII, sessione 1929-1932, disegni di legge e relazioni, doc. n. 1209 - A.
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