30 ATTILIO CARIATI uscire dallo stato attuale di sincope neppure col superamento della crisi se non quando siano entrate in un alveo più proporzionato all’attrezzatura economica del paese. L’industria pesante non ha mai meritato come oggi questo aggettivo. Ora è specialmente in questo settore dove 10 stato ha più di un argomento per dire la sua parola... Privilegi, mono-poli, compartimenti chiusi, serro calde, cristallizzazioni di posizioni costituite, non hanno mai fatto parte e non faranno mai parte del vocabolario economico del fascismo, che è regime di ordine e di solidarietà nazionale, ma non di addormentamento delle energie individuali... Non si può vivere fuori dal mondo in cui viviamo e dimenticare che i termini del problema della concorrenza sono profondamente mutati da quando le alte aliquote delle spese fisse rispetto alle spese mobili hanno tolto alla possibilità della concorrenza quella quasi illimitata elasticità, che esisteva fino a quando le spese prevalenti nell’industria erano le spese della mano d’opera, riducibili dalla mattina alla sera, anziché quelle degli impianti... (1). Se la presente legge servirà a difendere le spalle dell’industria dagli arrembaggi nei settori dove più facilmente possono essere tentati, essa non farà dunque solo l’interesse dei produttori, ma anche e soprattutto quello dei consumatori e dei lavoratori... Per quanto riguarda poi le aziende accolto negli ospedali e nei convalescenziari dello stato, nessun regime di eccezione può essere certamente per esse consigliato, perchè ciò vorrebbe dire far scontare ai contribuenti due volte gli errori di situazioni infauste... Di fronte a fenomeni economici che hanno la complessità della depressione attuale, l’azione dello stato non può che essere azione di moderazione, di arginamento e di propulsione, in attesa che la crisi liquidi da sè, giorno per giorno, le posizioni che l’hanno determinata ». Tutti noi liberisti possiamo sottoscrivere cordialmente a questi intendimenti. 11. — Il primo passo, di prevenzione, doveva logicamente venire seguito dal secondo, il quale si impernia nel decreto 30 gennaio u. s., che approva lo statuto del nuovo « Istituto per la ricostruzione industriale ». Nell’articolo sui cantieri navali — pubblicato nel numero di ottobre di questa rivista — avevo rilevato come i provvedimenti di emergenza, presi nel 1931 mediante la costituzione della Sofindit e della « I. M. I. » per « scongelare » quattro miliardi immobilizzati nelle maggiori banche di credito ordinario, non avevano risolto il problema fondamentale, 11 quale consisteva specialmente: 1° nel ridurre le aziende commerciali entro i limiti dei loro valori attuali, e quindi passando a perdita ciò che 1 (1) Lo pagine procedenti di questo articolo sono appunto un commento illustrativo ni concetto espresso dall'on. Asquini. Nella sua bocca esso significa, mi sembra, che il governo si propone di valorizzare il risparmio — dal oui prezzo specialmente la « razionalizzazione » dipende — assicurandogli la onesta amministrazione, la sicurezza, la libertà d’impiego e la moderata tassazione. /