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P. N. ROSENSTEIN-RODAN
per mezzo di ipotesi costruttive (immaginarie), ma si voleva descrivere o spiegare invece pure il corso del processo tra le posizioni iniziali e finali (1). Nonostante i contributi di tre distinti precursori, che misero in rilievo il carattere complementare delle utilità, e considerarono come incognite gli impieghi dei boni (2), si pervenne a completa chiarezza solo con la « nuova scuola viennese ». Questa distinse, come due problemi metodologicamente diversi: 1° da una parte spiegare la strada genetica, cioè il corso del processo economico; 2° dall’altra descrivere la struttura della posizione finale, l’equilibrio, cioè i legami tra i diversi elementi. Così diede, rispetto al primo punto, una teoria della formazione dell’utilità, e rispetto al secondo una teoria delle modifiche (variazioni) delle utilità (3).
    Il primo progresso (4) lo realizzava nel 1881, come si è visto, F. Y. Edgeworth (5), con introdurre le linee di indifferenza o col definire l’utilità totale Ut = F (A, B, G) invece di concepirla come prima Ut = F (a) + / (B) + f (C). Ne deriva che l’utilità marginale di A è la derivata parziale di F (A, B, G) rispetto ad A, e non dipende solo da A, ma pure da B e C. Queste due caratteristiche vennero ammesse da I. Fislier nel 1892, mentre il Pareto introduceva per la prima volta la definizione di ofelimità totale nel 1892 (più tardi il Wicksell), e le linee di indifferenza solo dopo il 1900. In un punto il Pareto nel 1900 correggeva l’Edgeworth, nel modo di concepire l’utilità totale: mentre per questi era una funzione nota al soggetto economico, e lo stesso Pareto da principio, nel 1892-1893, non si esprimeva a questo riguardo con piena sicurezza; nel 1896 la concepiva come una funzione incognita, ed il soggetto economico deve determinarne la grandezza massima per mezzo (Iella derivata parziale, da lui conosciuta. « Solo dell’ofelimità elementare gli uomini hanno in genere coscienza: quella totale resta loro ignota » (6). Se così, quanto alla spiegazione costruttiva, non si progrediva per nulla al di là dei risultati raggiunti dall’Edgeworth; nel campo della spiegazione descrittiva invece si conquistava quel concetto di utilità totale, che più tardi metterà a base la « nuova scuola viennese », e con maggior chiarezza lo Schonfeld con la utilità economica complessiva. La concezione paretiana rimaneva tuttavia un sottoprodotto, appena intravisto, dato che i matematici dedicavano il massimo del loro studio alla spiegazione costruttiva. H Pareto elaborò poi la teoria di Edgeworth delle linee di indifferenza (7), ma anch’esse
     (1) Cfr. § XI.
     (2) Cfr. § XIII.
     (3) Cfr. § XV-XVIII.
     (4)    Primo passo verso la soluzione nella prima tappa di progresso: soluzione del problema della complementarietà.
     (5) Mathemalical Psychics (1881, oit.).
     (il) Cours d'économie politique (cit., I, § 28).
     (7) Cfr. § IV, V, X ed XI.                                              / >
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