LE SORPRESE DELL’ESPERIMENTO AMERICANO
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    L’aumento nella domanda della prima merce ne eleva il prezzo: il che incido sulle domande di altri consumatori della stessa merce, i quali o si fanno aumentare lo proprie remunerazioni, o consumano alla loro volta meno di altri prodotti, o risparmiano di meno, ecc.
    Contribuiscono alla disformità degli effetti: nel campo del consumo, la natura del bone, l’elasticità della domanda, l’esistenza o non dei surrogati, la distribuzione della ricchezza, lo stato economico delle classi che principalmente consumano il bene di cui si tratta, e così dicendo. Nel campo della produzione, la velocità maggiore o minore del processo di investimento o di disinvestimento, il rapporto fra spese generali fisse e speso proporzionali, lo stato perfetto o imperfetto della concorrenza, e spesso due o pià di questi elementi fusi assieme.
    Supponiamo, ad esempio, elio la fabbrica diretta dall’imprenditore I produca 1.000.000 di unità al costo unitario di L. 10, di cui L. 7 dipendono dallo speso fisso o irriducibili e le residue 3 lire dalle spese proporzionali. Il prezzo di mercato in libera concorrenza si è fissato a L. 12, sicché l’utile complessivo ammonta a L. 2.000.000. Siamo in un regime di « concorrenza imperfetta », per la quale all’imprenditore 1 conviene di restare entro questi limiti, anziché affrontare i rischi o le spese di una ulteriore concorrenza (1).
    La domanda del mercato, al prezzo 12, si affievolisce, sicché I vede la domanda ridotta a 700.000 unità. Le speso diventano:
           Speso Asso.................L. 7.000.000
             » proporzionali ....        » 2.ÌOO.OOO (L. 0 x 700.000)
               Totale spese...........L. 9.100.000
           Ricavo vendita a L. 12   . . L. 8.400.000 (posiziono I).
    Di fronte ad una perdita di L. 700.000, 1’impronditoro I decide di tentare l’allargamento della produzione: tanto più in quanto le spese della concorrenza contro i suoi competitori sono, dirò così, sostenute dalla riduzione di domanda dei consumatori la quale elimina automaticamente i produttori a costo più elevato.
    So, riducendo il prezzo di vendita a L. 10, la domanda ritorna di 1 milione di unità, le spese diventano ancora L. 10.000.000, l’introito sale a 10 milioni: e la perdita si annulla (posizione II).
    So poi, aumentando la produzione a 1.500.000 unità, il costo si riduce a L. 11.500.000 — di cui 7 milioni por lo spese fisso e 4 y2 per le proporzionali (3 lire per unità) — o il prezzo si abbassa a L. 8,50, si ha un introito di L. 12.750.000, con un utile di L. 1.250.000, invoco della perdita (posizione HI). 1
      (1) Veggaai por l’olaborazione di questo concetto della «concorrenza imperfetta»,, il lavoro eccellente di Joan Robinson: The Economica ol imperfect competition (Londra, Macmillan, 1933).