690 F. A. BÈPACI Tra i nuovi còmpiti affidati ai consigli ricordiamo quelli contenuti nella legge del 18 giugno 1931, n. 875, i qua'i consistono: nel promuovere il coordinamento, nell’ambito provinciale, delle attività delle varie organizzazioni sindacali e degli enti complementari, in quanto sia diretto, secondo un principio contenuto nella carta del lavoro, all’accrescimento ed al perfezionamento della produzione; nel promuovere il coordinamento dell’attività assistenziale esercitata dalle associazioni sindacali e dagli istituti o enti dagli stessi costituiti; nell’adempiere al controllo sugli uffici di collocamento esistenti nella provincia ed al loro coordinamento. 3. — Scarse notizie si hanno sull’attività finanziaria complessiva svolta dai consigli provinciali. Una inchiesta condotta dall’Istituto di statistica della R. Università di Bari ha consentito di raccogliere alcuni dati i quali, sebbene non completi e per il momento approssimativi, sono idonei a dare un concetto dello sviluppo che tali enti hanno avuto nell’ultimo diciannovennio (1). Sono presi, per gli anni 1914, 1925 o 1931, in considerazione 81 dei 92 consigli attualmente esistenti; sono esclusi cioè quelli di Ancona, Ascoli, Belluno, Benevento, Bologna, Cagliari, Cosenza, Cuneo, ÌTuoro, Pesaro e Sondrio. Le entrate e le spese effettive degli 81 consigli presi in considerazione ebbero il seguente movimento: migliala di Uro correnti ontrato sposo avanzo 1914 5.452 4.232 1.220 1025 4-1.297 33.832 10.465 1031 86.974 72.558 14.416 migliala di Uro-oro pre-bolllcho ontrato sposo uvanzo 5.452 4.232 + 1.220 9.147 6.988 + 2.251 23.517 19.620 + 3.807 La situazione finanziaria in complesso si presenta sempre buona perchè i rendiconti nella parte effettiva si chiudono sempre con avanzi: 1 milione nel 1914, 10 nel 1923 e 14 milioni nel 1931. L’incremento dello entrato e delle spese, ridotte le lire correnti in lire-oro pre-belliche, per omogeneità di confronto, risultava nel 1925 rispettivamente del 68 % e del 65 % rispetto al 1914. Vi contribuirono fra l’altro l’inclusione dello nuove provincie annesse di Bolzano, Fiume, Gorizia, Pola, Trento e Trieste. Oltre a ciò i dati non sono rigorosamente confrontabili, perchè nel 1914, le camere erano 77, e nel 1925, 85 e di queste mancano lo cifre per i consigli di Campobasso, Siracusa e Udine, che compaiono nel 1925, oltre quelle dei nuovi consigli di Taranto e Brindisi, creati in seguito alla costituzione di tali nuove provincie. 1 (1) I dati sono tolti da uno studio: F. A. Rèpaci, L'attività finanziaria dei consigli provinciali dell’economia corporativa. («Annali dell’Istituto di statistica della R. Università di Bari », voi. IV; in corso di pubblicazione). /