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F. A. BÈPACI
    Tra i nuovi còmpiti affidati ai consigli ricordiamo quelli contenuti nella legge del 18 giugno 1931, n. 875, i qua'i consistono:
       nel promuovere il coordinamento, nell’ambito provinciale, delle attività delle varie organizzazioni sindacali e degli enti complementari, in quanto sia diretto, secondo un principio contenuto nella carta del lavoro, all’accrescimento ed al perfezionamento della produzione;
       nel promuovere il coordinamento dell’attività assistenziale esercitata dalle associazioni sindacali e dagli istituti o enti dagli stessi costituiti;
       nell’adempiere al controllo sugli uffici di collocamento esistenti nella provincia ed al loro coordinamento.
    3.     — Scarse notizie si hanno sull’attività finanziaria complessiva svolta dai consigli provinciali. Una inchiesta condotta dall’Istituto di statistica della R. Università di Bari ha consentito di raccogliere alcuni dati i quali, sebbene non completi e per il momento approssimativi, sono idonei a dare un concetto dello sviluppo che tali enti hanno avuto nell’ultimo diciannovennio (1). Sono presi, per gli anni 1914, 1925 o 1931, in considerazione 81 dei 92 consigli attualmente esistenti; sono esclusi cioè quelli di Ancona, Ascoli, Belluno, Benevento, Bologna, Cagliari, Cosenza, Cuneo, ÌTuoro, Pesaro e Sondrio.
    Le entrate e le spese effettive degli 81 consigli presi in considerazione ebbero il seguente movimento:
                          migliala di Uro correnti ontrato sposo avanzo 1914          5.452     4.232    1.220
             1025        4-1.297    33.832   10.465
             1031         86.974    72.558   14.416
migliala di Uro-oro pre-bolllcho ontrato     sposo    uvanzo
   5.452     4.232   +   1.220
   9.147    6.988    +   2.251
23.517    19.620    +  3.807
    La situazione finanziaria in complesso si presenta sempre buona perchè i rendiconti nella parte effettiva si chiudono sempre con avanzi: 1 milione nel 1914, 10 nel 1923 e 14 milioni nel 1931.
    L’incremento dello entrato e delle spese, ridotte le lire correnti in lire-oro pre-belliche, per omogeneità di confronto, risultava nel 1925 rispettivamente del 68 % e del 65 % rispetto al 1914. Vi contribuirono fra l’altro l’inclusione dello nuove provincie annesse di Bolzano, Fiume, Gorizia, Pola, Trento e Trieste. Oltre a ciò i dati non sono rigorosamente confrontabili, perchè nel 1914, le camere erano 77, e nel 1925, 85 e di queste mancano lo cifre per i consigli di Campobasso, Siracusa e Udine, che compaiono nel 1925, oltre quelle dei nuovi consigli di Taranto e Brindisi, creati in seguito alla costituzione di tali nuove provincie. 1
    (1) I dati sono tolti da uno studio: F. A. Rèpaci, L'attività finanziaria dei consigli provinciali dell’economia corporativa. («Annali dell’Istituto di statistica della R. Università di Bari », voi. IV; in corso di pubblicazione).
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