fatti la precedenza rispetto alle strutture private, indipendentemente da qualsiasi criterio di efficienza e di qualità delle strutture. L'effetto di questa regola è che soltanto un quarto dell'offerta privata disponibile in Lombardia ha beneficiato di un contributo regionale finalizzato alla riconversione e all'ammodernamento; mentre nel complesso il comparto privato rappresenta nella regione ben il 28% dei posti letto disponibili. Quali effetti sono prodotti da questo sistema di incentivazione? Secondo la previsione degli uffici regionali, la manovra dovrebbe consentire un pieno recupero dell'attuale carenza di posti letto per non autosufficienti (il cui fabbisogno non coperto è stimato intorno alle 4.000 unità) e un modesto riequilibrio degli squilibri territoriali (solo il 15% delle aree carenti di posti letto saturerebbe il fabbisogno interno, mentre quasi tutte le aree raggiungerebbero un migliore equilibrio tra i diversi tipi di struttura). Nel complesso il piano sembra quindi determinare una razionalizzazione del sistema d'offerta ed un'attenuazione degli squilibri territoriali più evidenti. Va però precisato che questo risultato verrà ottenuto soltanto a condizione che la regione benefici degli ingenti contributi statali previsti, che dovrebbero coprire ben l'80% della spesa complessiva. La razionalizzazione inoltre riguarderà esclusivamente il settore degli enti pubblici e delle Ipab; essa non coinvolgerà se non in minima parte la pur ingente offerta rappresentata dalle strutture private. Uno degli effetti perversi prodotti dall'applicazione del criterio di precedenza per le strutture a gestione pubblica o mista (Ipab) riguarderà la Città di Milano, in cui risulta una carenza di posti-letto di dimensioni tale da ripercuotersi sull'intero sistema regionale (il 30% dell'utenza residente a Milano risiede in strutture poste presso altre Ussl). In base alla normativa regionale, il riequilibrio dovrebbe avvenire in gran parte tramite l'aumento della ricettività milanese; mentre resteranno escluse dal sistema ben due terzi delle strutture private esistenti nel territorio cittadino. Possiamo sviluppare, al termine di questa analisi, alcune considerazioni finali. I casi considerati illustrano modi alquanto diversificati di utilizzare gli standard a fini programmatori. Le modalità più ricorrenti sono tre: - come criteri cui si deve conformare obbligatoriamente il comportamento dei singoli enti; - come criteri di regolazione del sistema d'offerta complessivo; - come criteri per incentivare comportamenti innovativi. 85