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sone un bilancio alimentare minimo, ossia un bilancio sotto il quale non si potesse discendere senza un deperimento fisico. La famiglia tipica considerata dal comune di Milano comprende i genitori, un figlio dai 10 ai 15 anni, 2 figli sotto i 10 anni, e corrisponde, secondo la formula di Atwa-ter, a 3,5 unità di consumo, ossia a 3,5 maschi adulti. Il prof. Pugliese, valendosi dei risultati di una sua inchiesta compiuta nel 1913 su 51 famiglie operaie milanesi, preparò un bilancio (che si può leggere nel bollettino milanese di maggio 1918, pag. 128 e nei bollettini successivi). Esso bilancio fornisce all’uomo adulto 2825 calorie al giorno, senza contare le calorie prodotte dal vino, e risponde, per quantità e qualità di cibi, alle abitudini che avevano nel 1913 le famiglie operaie milanesi, le quali (come nota lo stesso bollettino milanese) godono di un reddito relativamente elevato in confronto con il reddito medio del lavoratore italiano. Al detto bilancio furono applicati i prezzi del primo semestre 1914 e i prezzi man mano crescenti dei mesi successivi. I numeri indici si possono vedere nella colonna 2 della nostra Tabella 4.
     Per completare il bilancio familiare, Tufficio milanese ha calcolato anche le altre spese, secondo informazioni dirette, e traendo esempio da rilevazioni fatte all’estero sui consumi operai. È così venuta fuori una serie di numeri indici per un bilancio completo il quale include i seguenti capitoli : 1 alimentazione, 2 vestiario, 3 abitazione, 4 riscaldamento e illuminazione, 5 spese varie (comprese le spese per tramvie e le quote per associazioni). I numeri indici del bilancio completo della famiglia operaia milanese si possono leggere nella colonna 3 della Tabella 4.
     Nell’ipotesi che non si fosse applicato il razionamento, e che i consumi si fossero mantenuti eguali a quelli anteriori alla guerra, il numero indice del bilancio alimentare di una famiglia operaia milanese composta di due adulti e tre ra