bilità di risorse economiche, elevata professionalizzazione ed una forte componente di lavoro retribuito, composto da professionisti e tecnici del campo medico-sanitario. La frammentazione resta comunque il carattere più evidente di questa componente del terzo settore: la mancanza di alleanze e il settorialismo delle associazioni fa sì che ciascuna cerchi il proprio collegamento particolare con l'istituzione pubblica, a scapito soprattutto di una visione globale dei problemi e di una reale partecipazione alle politiche pubbliche. 3.5. Le cooperative sociali Il molo delle imprese cooperative nelle politiche sociali ha conosciuto in questi ultimi anni un notevole sviluppo, determinato in gran parte dai vincoli di espansione e di efficacia dell'intervento pubblico, e dalla comparsa di un'ampia base di operatori professionali specializzati in attività assistenziali, terapeutiche ed educative. Ciò ha portato ad una notevole articolazione dell'intervento cooperativistico nel campo sociale, che può essere ricondotta a tre filoni principali (Borzaga, 1987): - le cooperative integrate, ovvero imprese che hanno come scopo sociale l'offerta di lavoro e di benefici economici ai soci, tra i quali un'alta percentuale è costituita da portatori di handicap; - le cooperative di servizi sociali, ovvero imprese che hanno come scopo sociale quello di garantire il lavoro ai soci; - le cooperative di solidarietà sociale, che hanno come scopo sociale l'erogazione, a fini di solidarietà, di servizi socio-assistenziali ad individui svantaggiati. L'inserimento della cooperazione sociale nell'ambito dei soggetti non lucrativi è problematico. L'impresa cooperativa viene infatti generalmente esclusa dal settore per il carattere mutualistico che la contraddistingue; ad essa vengono quindi applicate le considerazioni già espresse nel precedente paragrafo. D'altra parte le cooperative che stiamo considerando, oltre a prevedere esplicitamente il vincolo di non distribuzione degli utili, subordinano l'attività produttiva a finalità sociali, quali la riabilitazione e la formazione professionale di disabili, il recupero di tossicodipendenti, l'assistenza a non autosuffì-cienti. Si tratta dunque di imprese che rinunciano a massimizzare gli utili o i benefici occupazionali per i soci in funzione dell'attuazione di servizi rivolti a soggetti svantaggiati. In questo senso, dunque, possono rientrare nell'ambito dei soggetti appartenenti al terzo settore. 54