Lo sviluppo di queste nuove forme cooperative è avvenuto nell'ultimo decennio in gran parte per maturazione e stabilizzazione di attività precedentemente attuate su base volontaria. Alcune cooperative nascono invece dall'aggregazione di operatori professionali, oppure sulla base di incentivi diretti forniti da amministrazioni pubbliche27. L'eterogeneità dei processi di costituzione e di sviluppo di tali cooperative ha reso per lungo tempo difficile l'attuazione di una regolamentazione differenziata rispetto a quella prevista per le normali cooperative di produzione e lavoro28. Il problema del riconoscimento dello statuto giuridico specifico di tali cooperative si è reso particolarmente urgente per l'inesistenza nel nostro ordinamento giuridico, al di fuori delle forme tradizionali dell'associazione riconosciuta e della fondazione, di altri profili che consentano contemporaneamente l'adozione di una finalità solidaristica e lo sviluppo di un'organizzazione imprenditoriale29. Come diversi osservatori hanno notato, nell'ultimo decennio molte associazioni attive in campo sociale hanno individuato proprio nella forma cooperativa la soluzione organizzativa più adatta a coniugare da un lato le esigenze di razionalizzazione connesse alla gestione di risorse economiche non indifferenti e al ricorso sempre più massiccio a lavoro professionale, dall'altro l'esigenza di mantenere una gestione flessibile, autonoma e partecipata. Le pressioni esercitate da queste organizzazioni hanno consentito l'approvazione di una legge nazionale che regola le cooperative sociali (Legge n. 381/1991), definendone un profilo giuridico specifico e concedendo loro alcuni vantaggi fiscali. Alcune recenti indagini consentono di misurare la rilevanza e la distribuzione territoriale di questo fenomeno. Una rilevazione compiuta nel 1986 (Borzaga, 1987) arriva a censire 566 cooperative. La ricerca conferma l'origine recente del fenomeno (l'88% delle cooperative è stato costituito dopo il 1980, ed il 45% nei due anni che precedono la rilevazione). Le cooperative possono essere distinte in due categorie di pari rilevanza: da un lato le cooperative impegnate sia nella produzione di servizi sociali che nell'organizzazione di attività lavorative per soggetti svantaggiati (rappresentano il 40%); dall'altro le cooperative che erogano esclusivamente servizi socio-assistenziali (pari al 42%). Le attività lavorative più diffuse riguardano produzioni artigianali e la gestione di servizi urbani, mentre le attività di servizio consistono prevalentemente nella gestione di comunità residenziali e di centri diurni di accoglienza. 55