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GIOVANNI BOTTAZZI
mento o alla perdita d’importanza dei patrimoni familiari che ne avevano costituito a lungo la base.
      Il Grafico 2 mostra infine che l’evoluzione delle società disciolte riproduce generalmente con un ritardo di qualche anno quella delle società di nuova costituzione. Questo comportamento trova una parziale spiegazione nella considerazione che una quota pressoché costante di nuove società è destinata di solito a breve vita, sia per l’oggetto sociale stesso (che può essere limitato nel tempo, come nel caso dei cantieri edili), sia per la fragilità della base patrimoniale e finanziaria sulla quale tali società sono state fondate. In sostanza, si riproduce un fenomeno simile a quello che è la mortalità infantile per la vita umana (14).
                                                  k -k k
      Oltre alle caratteristiche ora rapidamente esposte, non sembra che l’andamento generale delle serie storiche delle costituzioni e delle cessazioni delle società per azioni abbiano un significato rilevante: l’irregolarità manifestata dai diagrammi richiama appunto quanto si è detto all’inizio riguardo a quest’aspetto della nostra economia, cioè quanto essa sia soggetta ad influenze brusche e mutevoli di fattori interni ed esterni. Di conseguenza, l’esame dei tassi di variazione da un anno all’altro delle costituzioni e delle cessazioni non sembra di grande vantaggio nell’interpretazione storica del fenomeno (15).
      Si osservi in proposito il Grafico 3, ove appunto si è esposto l’andamento di questi tassi annui percentuali come sono stati calcolati dal-l’ASSONIME, a linea continua quelli delle costituzioni ed a linea tratteggiata quelli delle cessazioni. Anzi, tali serie risultano in qualche modo già perequate rispetto ai valori che si avrebbero dal calcolo dei veri e propri
     (14) Si può ipotizzare per la vita delle società per azioni una meccanica del tipo:
                    Dt,k —          + ak-l          + ••■ +
che leghi il numero delle società disciolte nell’anno t con il numero delle società costituite in k anni precedenti, in base a certi coefficienti positivi a. Ma l’osservazione empirica induce a ritenere che Dt dipenda ampiamente anche da altre variabili, oltreché da k.
     (15)    In proposito il Capodaglio rileva: « ...Se infatti può ritenersi che in un dato periodo di tempo i quozienti di mortalità relativi ad una popolazione possano mantenersi press’a poco costanti, tale supposizione risulterebbe ancor piu arbitraria relativamente al rapporto fra il numero delle società esistenti e il numero di quelle che di anno in anno scompaiono. Inoltre, esistono per le società commerciali quei fenomeni di fusione di alcune di esse in altre già esistenti o costituite ad hoc, oppure al contrario di scissione di una in più altre, i quali non trovano riscontro nei fenomeni demografici per i quali le tavole di sopravvivenza sono costruite... ». V. Giulio Capodaglio, Indagini sul tasso di frutto degl’investimenti, Giuffré, Milano, 1970.