1104 GIULIANO FERRARI BRAVO ma in realtà guarda indietro. Quando, nel novembre '44, esce dal Diparti-mento, l'impalcatura wilsoniana délia sua proposta coloniale non reggerà a lungo sotto il nuovo segretario di stato Stettinius, Jr. Il « club dei miliardari » — la nuova squadra di segretari assistenti, in cui spiccano uomini come Clayton e N. Rockfeller — non potrà che sentirsi estranea a queste suggestioni libéral. E' l'intelaiatura ideologica hulliana che crolla, e non venendo immediatamente sostituita dall'anticomunismo délia guerra fredda lascia via dei tutto libéra aile posizioni dei dipartimenti militari, permettendo appunto quel renversement completo nella politica coloniale americana che abbiamo poco sopra constatato. Il segretario délia Marina, Forrestal, che aveva contrastato con decisione ogni « gesto donchisciot-tesco»(U4) in materia coloniale e si era sempre opposto alla corrente wilsoniana entro il Dipartimento di stato, potrà affermare con soddisfa-zione alla vigilia di San Francisco: « Nessuno desidera piu dar via le basi sul Pacifico... il Dipartimento di stato ... conviene su una linea che metta in chiaro che ... qualsiasi sistema generale debba includere delle disposi-zioni che permettano il mantenimento di pieni diritti militari e strategici nei punti appropriati. Cosî fu stabilito e questa fu in effetti la politica portata avanti a San Francisco e oltre ». Se la questione coloniale in K. — quel suo timoré che « the Major-General in Cairo look like becoming chronic» (par. 12), quell'attribuire aile spese d'oltremare la responsabilità totale (par. 13) delle difficoltà finan-ziarie dell'Inghilterra — è insomma il segno preciso dei suo « realismo », per Hull, al contrario, è I'indicazione sicura dello spessore di quella dimen-sione utopica entro cui egli si muove. X L'analisi dei rapporto tra questione coloniale e relazioni anglo-americane, attraverso le indicazioni operative dei Segretario di stato americano e dei « consigliere spéciale » dei tesoro inglese, ci conduce a tre riflessioni conclusive. Prima di tutto sull'urgenza, storiograficamente, di riprendere nello studio delle origini délia guerra fredda le vecchie indicazioni di W. Williams sulla necessità di privilegiare il momento délia penetrazione americana nell'impero inglese (115). Si è ancora probabilmente lontani dal risolvere la (1M) W. Millis (éd.), The Forrestal Diaries, New York, 1951, pp. 55, 60. (115) W. A. Williams, The Rise of an American World Power Complex, in N. D. Houghton (éd.), Struggle Against History, US Foreign Policy in an Age of Révolution,