molti in Francia sembrano aver scordato: i membri del consiglio di guerra di Rennes sono dei veri giudici i quali devono lasciarsi guidare nel loro giudizio dalle norme comuni del diritto penale. Ora è chiaro che nessuno può essere condannato, nemmeno per delitti di tradimento alla patria, ove gli accusatori non abbiano provata la sua colpa. Non spetta all’accusato dimostrare con prove la propria innocenza. Tutti sanno che questo genere di prova è difficilissimo a darsi e che l’accusato non può subire condanna ove non sia dimostrata la sua reità. Finora la prova che Dreyfus sia colpevole non è stata data da tutti coloro che sono venuti alla sbarra per accusarlo. I suoi difen- sori non devono far altro se non che distruggere il crollante ca- stello di carta architettato con arte infinita per dimostrarne la colpa, perché Dreyfus debba venire messo in libertà. È vero che i giudici di Rennes non sono giudici togati; sono militari nel cuore dei quali prevale più l’ossequio ai generali supe- riori che il rispetto alla legge forse mal nota. Ma non è supponibile che il significato della legge penale non debba essere messo in chiara luce nelle arringhe dei difensori di Dreyfus e non debba loro venire spiegato altresì dal governo. E qui tocchiamo al lato politico della questione. Il governo pacificatore che ora regge la Francia e la suprema magistratura del paese non possono avere scelto Rennes a sede del consiglio di guerra solo perché era una città pacifica, aliena dai tumulti e vicina alle rive del mare. Altre città presentavano gli stessi e forse maggiori vantaggi. Evidentemente Rennes è stata scelta perché presentava la ga- ranzia che potesse formarsi un consiglio di guerra equanime, im- parziale e desideroso di rendere giustizia e di por fine alle agita- zioni interne della Francia. Il bisogno di tranquillità è grande presso i nostri vicini; si avvicina l’epoca della mostra mondiale del 1900 e sarebbero state inutili le ingenti spese sopportate e la febbrile operosità durata in vista del grande avvenimento se poi i forestieri fossero tenuti lon- tani dalla Francia dalla rivolta e dal sangue. La condanna di Dreyfus vorrebbe dire la continuazione, ira-