Un tributo sul carbone?

India
Australia
Canada
Sud Africa
Spagna
Altri paesi

5
J5-5
I4>9
I3>5
9.8
3.8
144,2

Totale

1321,0

Non tutto il miliardo e 321 milioni di tonnellate potranno
essere assoggettati all’imposta : sia per essere estratti in territori di
stati non belligeranti e non aderenti all’idea di contribuire al ser­
vizio del debito internazionale creato per la guerra, sia per la di­
minuzione del consumo provocato dall’aumento del prezzo, sia
per difficoltà di accertamento e di tassazione dei carboni minuti,
della polvere, delle qualità inferiori ecc. Supponendo che la quan­
tità tassata potesse essere di 1 miliardo di tonnellate, il gitto del­
l’imposta sarebbe di io miliardi di lire all’anno, sufficienti al
4,50% all’anno di interesse e 0,50% di ammortamento a fare il
servizio di 200 miliardi di debito. Sarebbe certamente una rag­
guardevole frazione del debito di guerra la quale troverebbe cosi
la sua base tributaria. Il debito di guerra dei quattro alleati princi­
pali — Stati uniti, Inghilterra, Francia ed Italia — si aggirerà sui
430 miliardi; aggiungendovi i debiti degli alleati minori e forse,
a seconda delle circostanze, quelli della Russia, della Boemia e
di altri popoli eventualmente assimilati si potrà anche arrivare ai
600 miliardi. Circa un terzo sarebbe coperto dal tributo sul car­
bone.

Naturalmente, non bisogna credere che esso verrebbe pagato
in proporzione alle cifre ricordate sopra, che son quelle con cui i
vari stati concorrono alla produzione mondiale. Il tributo, per
quanto riscosso alla bocca del pozzo a carico dei produttori, fini­
rebbe probabilmente per la parte maggiore ad incidere sui consuma­
tori. Anche i paesi che poco o nulla producono, come l’Italia, i
paesi scandinavi, l’Olanda, l’America del sud, ecc., sarebbero incisi
dal tributo; ed uno dei suoi pregi sarebbe, secondo i proponenti,
appunto la possibilità di far contribuire anche i neutri al servizio
del debito pubblico creato per difendere la causa della libertà del