— 199 — affinchè le riforme non riescano insopportabilmente gra vose rispetto alla potenzialità economica delli’industria : e devono vigilare altresì perchè i sacrifici non siano troppo superiori; alla somma dei benefici che le classi lavoratrici dovrebbero ricavare. Ora a questo compito soddisfano assai meglio le associazioni tecniche od economiche, le quali hanno per iscopo la tutela degli interessi generali dell’industria e conoscono profon damente le condizioni sue finanziarie, che non le asso ciazioni sindacali le quali si sono specializzate nella lotta contro gli operai ed appunto per questa eccessiva specializzazione non sono in grado di assurgere ad un giudizio sintetico della legislazione sociale, che è so pra ed oltre le classi e la quale deve essere valutata in rapporto soltanto alla potenzialità economica dell’ in dustria. L’obiezione^ a parer mio, non coglie nel segno. In nanzi tutto è vero che la legislazione sociale è al disopra delle classi ; ma chi deve compiere quest’opera pacifica trice, superiore alle classi, è il Parlamento, non il Con siglio del lavoro. Se in. questo fossero rappresentate le classi ed insieme l’elemento moderatore che cosa sta rebbe a fare il Parlamento? Forse a mettere lo spolve rino sulle deliberazioni del Consiglio, nel quale surretiziamente verrebbe così a trasferirsi l’autorità legisla tiva? Meglio è riconoscere il fatto quale è, e cioè la esistenza di due o piò classi, alle quali viene dato modo di esprimere in seno al Consiglio del lavoro i propri desideri in ordine alla legislazione sociale; e su questi, ora concordi ed ora discordi, venga dal governo chia mato il Parlamento a decidere. Opinare altrimenti è un •T