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trati, come la Russia, o ben lungi, come l’Italia, da!
pieno sviluppo industriale, si ha l’obbligo di spiegare
al proletariato perchè si deve seguire un metodo così
contrario alle regole dell’evoluzione storica insegnata
dai profeti del socialismo. Si ha il dovere di spiegare
chiaramente in qual modo si sia compiuto o vada com­
piendosi l’esperimento comunista in Russia : non rie­
sporre le leggi ed i decreti di Lenin e dei suoi colleghi,
chè leggi e decreti sono facilissimi a bandirsi — e ne
sappiamo qualche cosa in Italia —; ma dichiarare le
maniere reali in cui quelle leggi e quei decreti sono
stati applicati ; come funziona la produzione, come av­
viene la distribuzione della ricchezza, se le masse stan­
no meglio o peggio di prima.
Non basta dirci che l’intelligenza russa e la bor­
ghesia finiscono un po’ per volta per fare adesione al
comuniSmo. Come potrebbe essere altrimenti, in un
paese dove, per vivere e mangiare, bisogna adattarsi
a diventare impiegati dello Stato? Non basta additare la
compattezza crescente dell’esercito rosso. A parte ogni
discussione sul suo modo di formazione e sulla sua com­
posizione, non è probabile che l’iscriversi nell’eserecito
sia la maniera più sicura di risolvere il problema della
vita per l’enorme numero di disoccupati che da fonti
autorevoli, da quelle stesse ufficiali, è dimostrato esiste­
re in Russia? Il punto importante da chiarire era : come
vive la massa dei suoi impiegati e dei soldati? Come
vive la massa dei contadini e degli operai?
I giornali socialisti non citano dati precisi, scrii
di risultati ottenuti con l’esperimento russo. Frasi va­
ghe, declamazioni propagandistiche. Noi avevamo ci-