appropriazioni più vaste dei terreni, e le trasformazioni di coltura e l’accentramento dei possessi e degli affìtti e la diminuzione rapida dei coltivatori indipendenti. I migliori intelletti dell’epoca, Bacone, Harrington, Tommaso Moro si mostrano preoccupati delle tristi conseguenze di quei mutamenti economici. Ruggiero Acham nel regno di Elisabetta lamenta la dispersione delle famiglie, la rovina degli edifìci rurali e la distruzione di quella « noble yeo-raanrv, thè honour and thè strength of England. » E l’Harrison parla di villaggi distrutti per l’incremento delle pecore, di piccoli poderi scomparsi, caduti nelle mani dei grandi proprietari, o altrimenti riuniti, « brought and united together by other men so that in some one menor seventeen, eighteen or twenty houses were shrank » (1). Tutto ciò avveniva in un’epoca di grandi progressi economici. La decadenza della popolazione lavoratrice e l’aumento del pauperismo andavano di conserva coi più notevoli miglioramenti della economia, e coll’accentrarsi delle imprese industriali e delle ricchezze. Di che ne forniscono ampia riprova i molti atti pubblici per costruzione di vie e di porti, fognature di paludi, lastricati di città e simili, le numerose contrattazioni private per regolare e assicurare i possessi, gl’incrementi delle manifatture e dei commerci, la rapida estensione dei centri industriali, l’introduzione di operai ed artefici forestieri, segnatamente fiamminghi, più abili e destri, l’estesa pratici delle « enclosures » e cosi via dicendo (2). La nazione progrediva in opulenza e civiltà, si accumulavano i capitali e si aumentava la rendita fondiaria nel tempo stesso, in cui scemava la classe dei lavoratori indipendenti , e si accresceva il numero dei salariati e dei poveri. Il valore dei terreni si elevò nel secolo decimosesto ad un punto pari alla rendita di 20 anni ossia del doppio circa; e in ciò vi ha la ragione dei fatti sovracennati e sopratutto dei mutamenti avvenuti nello stato dei terreni. (1) Eden, Thè state of the Poor, I, p. 109-18. Thornton, Overpopulation, p. 193-94 L’ Harrington nell’ Oeeania e Tommaso Moro nell’ Utopia si mostrano preoccupati di quei fatti. Quest’ultimo parla con indignazione di « husbamdmen thrust out of their own or else by covin or fraud or by violent oppression, put beside it, or by wrongs and injury so wearied that they be compelled to sell all.» (2) Kogers, History, IV, p. 740-41; V, p. 93, 804.