-120 UN OMICIDIO PER ISCRUPOLO DI* COSCIENZA. (W CONSUETO TEOEOGICO IN l'IAZZ l. Intanto che la piazza rintronava del fragoroso schiamazzo della folla, e che gli scherzi, i frizzi, le solite interpellanze si avvicendavano senza posa, il povero Salomone diguazzavasi furiosamente nella melma, spiccava salti disperati, urlava, piangeva, si aggrappava alle grommate e scassinate pareti, si alzava di qualche palmo, ricadeva nella poltiglia con un tonfo, al quale faceva eco uno scoppio di risa. Ma quando s’accorse che presso alla sua bolgia eranvi ebrei, e ne udì la voce, allora cessò improvvisamente quel suo disperato dimenarsi, e adagiatosi quasi a riposo nel suo troppo soffice giaciglio, pensò tra sè : « Ora basta farmi sentire pel-essere salvo, » e gridando quasi tutti i nomi degli eroi dell’antico testamento, con voce piangolosa si raccomandava alla pietà de’suoi fratelli, chiamandone a caso or l’uno or l’altro di sua conoscenza, perchè egli da quel fondo non poteva raffigurarli nè distinguerli. « Siamo qua, siamo qua noi: coraggio, sta’ di buon animo, siamo venuti apposta per aiutarti, » rispondevano i più vicini all’orlo, piegando il capo verso il vano del pozzo, e facendo atto di spingere il fiato al fondo, affinchè la voce giungesse meglio agli orecchi del povero caduto. o Tiratemi di qua. io non ne posso più: fate presto: sono già tante ore che mi ci trovo : mi -manca il fiato, le gambe mi reggono appena. Se vacillo, se piego il capo, son morto. » « Ln po di pazienza, amico. Coraggio, fa’ di reg-