Fayolle prima della guerra

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  ta, e dopo la quale avrebbe potuto scomparire in pace, avendo fatto ciò che doveva. Egli ha portato con quella un validissimo aiuto, non teorico, ma pratico ai suoi; e la guerra del 1914-1918 si disegna soltanto dopo gli insegnamenti del Fayolle in tutta la sua maestà e in tutto il suo orrore. Il regolamento francese dell’ « Artiglieria nel combattimento » dice: « Nelle situazioni pericolose si potrà anche attuare il concentramento brutale, e d’altra parte istintivo, del fuoco su un nemico particolarmente minaccioso». Il Fayolle commenta: «Per me, io ritengo che, nelle prossime battaglie tra francesi e tedeschi, il nemico sarà sempre particolarmente minaccioso, e i suoi attacchi, piccoli o grandi, metteranno sempre in condizioni pericolose. Conchiudo da ciò, che il concentramento dei fuochi deve essere considerato normale e abituale ». La distruzione, con queste semplici parole, è eretta regola del combattimento: e già si vedono i campi di battaglia sconvolti dall’uragano di ferro, c gli uomini innumerevoli giacere squarciati, feriti o inebetiti dallo scoppio senza tregua dei proiettili giganteschi.
    L’ultimo insegnamento, che il primo capitolo del libro dà, è malinconico. Nemmeno in Francia la ricompensa segue l’opera meritevole. L’avanzamento del Fayolle, già lento, diventa lentissimo : egli è tenente colonnello nel 1902, colonnello nel 1907, generale di brigata nel 1910; e il 14 di maggio del 1914, quando è pronosticato da tutti generale di divisione, è mandato in congedo. Nella sua casa di Clermont, tornando forse

10. - Nel tempo della tormenta