346 GIULIO BELOCH [372-373] L’ultimo censimento dell’età republicana, nel 70-69, aveva dati 910,000 ei-vium capita; il primo dell’età imperiale, nel 28, ne diede, come abbiamo veduto 4,063,000. Le due cifre non sono criticamente oppugnabili. L’aumento quindi dei cittadini romani negli ultimi 42 anni sarebbe stato non inferiore alle 3,153,000 anime, cioè a dire la cittadinanza romana doveva essersi frattanto più che quadruplicata. È questo aumento nei termini della possibilità? Per rispondere a tale domanda, dobbiamo prima vedere a quali territori, dal 69 al 28 a. C., la cittadinanza romana era stata concessa. Nel 69 il territorio dei cittadini romani era, sostanzialmente, limitato in Italia al di qua del Po; al di là di questo fiume e nelle provinole'si trovavano solo comuni isolati di cittadini, che fra tutti ammontavano a venti circa * 3 4 5). E, anche al di qua della riva destra del Po, le popolazioni montane dell’Appennino ligure e alcuni altri comuni come Ravenna avevano ancora il diritto latino. Per contro, nel 28 a. C., il territorio dei cittadini romani si stendeva fino a piè delle Alpi; e nelle provincie, specie in quelle occidentali dell’impero, si contava un’assai considerevole serie di colonie di cittadini e di municipii (circa 60). L’aumento di codesto territorio nella sola Italia si potrebbe ragguagliare a circa 70,000 km.2 2); e ancora maggiore, per quanto — dati i mezzi di cui disponiamo — impossibile a valutare in cifre concrete, sarà stato nelle provincie. [373] Comunque sia, il territorio dei cittadini romani, si era, dal 69 al 28, più che raddoppiato. Ma la maggior parte di questi territorii di nuovo acquisto erano senza dubbio alcuno assai lontani dalla densità di popolazione della penisola italica ; e, nella stessa Italia, dal 69 al 28, non si ebbe di certo un incremento della popolazione cittadina. Già prima della rivoluzione, a partire dalla metà del li secolo, comincia a declinare il numero dei cittadini romani *) ; dobbiamo noi assumere che esso si sia aumentato durante le sanguinose guerre civili? La guerra marsica e la successiva guerra civile Sillana, avrebbero distrutto da 100 a 150,000 cittadini romani *); in seguito alla guerra fra Cesare e Pompeo, in Italia si verificava uno « spaventevole spopolamento »6) ; e solo la relativa diminuzione o la stazionarietà della cittadinanza romana negli ultimi secoli della repubblica, ci spiega i provvedimenti di Augusto miranti ad elevare la popolazione. Verso la metà del secolo primo a. C. la Traspadana, anche ad attribuirle una popola- J) Cfr. pag. 321 del presente lavoro. 2) Cfr. pag. 321 segg. del presente lavoro. 3) Liv., Epit. 59, cfr. Geli., I, 6 ; Plut., Tib. Graoch., 8 e le anzi riferite cifre del censo. q Diod., 37, 29. Liv. (in Eutrop., V, 9 e Oros., V, 22). 5) Dio. Cass. (43, 25) : Sstvì] òlaYavSfxiraéa.