c E. CICCOTTI versa del loro grado di agiatezza media '). Ma vi è poi da tener conto della mortalità che si sviluppa in senso inverso. Oltre di che vi è, credo, da fare un’altra distinzione. Ciò che influisce anche sulla natalità e sviluppa i coefficienti di arresto e regresso demografico, facendo diminuire i matrimoni (del che si sentono le conseguenze a distanza) o accrescendo la mortalità, più anche che la miseria per sè stessa; è il rapido passaggio da una ad un’altra condizione di vita o l’incertezza del momento e il perturbamento dell’ambiente; mentre, ritornato comunque un certo assetto, in uno stato appena tollerabile di quiete pubblica, la natura riprende i suoi diritti e la miseria non acuta, ma diffusa, come può essere nelle grandi città all’ombra di classi ricche, è più prolifica dell’agiatezza. Poiché, pur ripercotendosi evidentemente sull’intera compagine sociale gli effetti del disagio economico e inceppandone l’incremento di popolazione, questi effetti, per un complesso di ragioni materiali e morali, sono meno visibili e meno apprezzabili nella classe più povera. E le note leggi di Augusto, con cui, mediante penalità e premi, si mirava a ridurre il numero de’ celibi e a favorire i matrimoni e l’aumento della prole, forse più che alla generalità dell’Impero miravano alla capitale; e, nella capitale, alle classi agiate, la cui tendenza al celibato e alla limitazione della prole doveva dare più nell’occhio e sembrare più preoccupante. Tale volontaria restrizione della natalità aveva radice in quelle stesse cause, per cui, anche oggi, la natalità è maggiore nelle classi povere che non nelle agiate, ed era spinta al suo massimo grado dalle nuove condizioni di vita, che, proprio mentre si era obbligati a ridurre certe forme di parassitismo, avevano rialzato il tenore generale di vita e avevano determinato esigenze di benessere materiale e di lusso, a soddisfare le quali pareva indispensabile restringere il numero delle persone chiamate a godere i frutti del patrimonio familiare. Una ’) Colaianni, op. cit., pag. 256-7. Cfr. Bertillon, La natalité selon le degré d’ai-sence, in Lull, de Vinsi. Ini. de stai., XI, 1 ; Newsholme, The elements of vital statistics, 3.’ ediz., Londra, pag. 72. Secondo Charles Booth (Life and labor, final volume, Londra 1902, pag. 17) « la natalità si riduce al minimum di 10,8 nel ricco distretto di Brompton, e sale a 43,3 in uno de’ più poveri, quello di Whitechapel, Spitaifields, eoe. ».