LA SICILIA E LA MAGNA GRECIA 269 [269-270J sono affatto spogli di vegetazione. Ed in genere sembra che tutto il paese dall’Etna al Tirreno, i monti Nebrodi e la costa settentrionale fra Imera e Messina, o, piuttosto, fra Cefalù e Milazzo, cioè proprio la parte dell’isola oggi più densamente popolata, sia stata, fin nei secoli V e anche nel IV, una regione boscosa radamente popolata. Di ciò sono prova le numerose colonie, che in questo tempo vennero fondate in Sicilia, qui, e solo qui: prima, verso il 450, Calacte da Ducezio ; poi, verso il 400, Ha-dranon, pochi anni dopo, Tyndaris da Dionysio; e finalmente, sempre in questo periodo, Halaesa dal tiranno di Herbita, Arconide i). Ma un paese, il quale esportava in copia cereali, nel quale grande era l’allevamento del bestiame, specie ovino e propriamente con sistema di pascoli bradi, un paese infine, di cui una buona parte era occupata da boschi, non può assolutamente avere avuta un’assai densa popolazione, e uno sguardo alla Sicilia d’oggi basterà a ribadirne la convinzione. Anche oggi la Sicilia è un paese in grande prevalenza agricolo, ma non più in grado di produrre cereali in quantità apprezzabile per l’esportazione : piuttosto la produzione indigena basta solo pel fabbisogno locale. L’allevamento del bestiame ha ora un’importanza affatto subordinata. 11 13 febbraio 1881, l’isola contava 125,556 giovenchi e 649,051 fra pecore e capre * 2), ossia, rispettivamente 53 e 222 per 1000 abitanti, mentre l’Italia ne conta 178 e 373 in media su 1000 abitanti e l’impero germanico 384 e 6093). Come si vede, nè Pindaro riconoscerebbe la koaúuxáoí hxslía, nè Teocrito il teatro dei suoi idillii pastorali. [270] Le foreste sono oggi quasi del tutto scomparse, ed occupano appena il 3 Va % della superficie totale. Per contro la produzione sulle quali ora principalmente poggia la ricchezza dell’isola, erano, nell’evo antico, in parte assolutamente sconosciute, in parte solo sviluppate in iscarsa misura. La cultura degli agrumi è stata introdotta solo dal medio evo, e deve solo al nostro secolo il suo grande incremento. Gli antichi conoscevano appena qualche impiego dello zolfo. Vino naturalmente se ne produceva, ma in generale solo pel proprio bisogno; anzi i numerosi frammenti di anfore rodie, trovati in Sicilia, testimoniano che, nel III e nel li secolo a. C., aveva luogo un’assai notevole importazione di vino dalla Grecia. Non può quindi esservi dubbio che la popolazione dell'isola nell’antichità è rimasta di gran lunga inferiore alla popolazione dell’odierna. La stessa conclusione si trae dal calcolo della produzione di cereali della Sicilia antica. Com’è noto, i primi dati precisi, che possediamo al fi Diod., XIV, 16. 2) Annuario statistico italiano, 1884, pag. 450, 451. 3) Al 10 gennaio 1873 ; Block-Scheel, Handb. der Statistik, Leipzig, 1879, pag. 291.