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DAVIDE HUME
[425-426]
                       della confederazione greca [425], riunì un congresso di tutti gli Stati, eccettuati gli Spartani, i quali rifiutarono di prendervi parte ; e trovò che, a calcoli fatti, le forze complessive aumentavano a 200,000 uomini di fanteria e 15,000 di cavalleria. E s’intende che si parlava di tutti i cittadini atti alle armi. Giacché, dato che le repubbliche greche non avevano forze mercenarie, e non avevano milizie distinte dall’intero corpo de’ cittadini, non si saprebbe concepire quali altri elementi potrebbero entrare nel computo. È contrario alla storia il credere che la Grecia potesse mai mandare al campo e mantenervi un esercito cosi numeroso. Perciò è necessario ragionare su questa supposizione. I Greci liberi, di ogni età e di ogni sesso, erano 860,000. Gli schiavi, calcolandoli dal numero citato degli schiavi ateniesi, i quali di rado si sposavano, o avevano famiglia, erano il doppio de’ cittadini maschi maggiorenni, cioè 430,000. E tutti gli abitanti della Grecia antica, eccettuata la Laconia, erano circa 1,490,000, un numero non più importante, nè di molto superiore a quello che troviamo oggi in Iscozia, paese che non ha un’estensione maggiore di quella della Grecia, e che non ha una popolazione speciale.
                         Possiamo ora considerare la popolazione di Roma e dell’Italia, e unire insieme tutte le delucidazioni, forniteci qua e là da vari passi di scrittori antichi. In complesso troveremo una grande difficoltà nel formarci una opinione qualsiasi su questo punto ; e ci verrà meno ogni argomento in sostegno di que’ calcoli esagerati, su’ quali insistono tanto gli scrittori moderni.
                         Dionigi di Alicarnasso *) dice che le antiche mura di Roma avevano un circuito quasi eguale a quello di Atene, ma che i sobborghi avevano un'estensione assai maggiore, ed era difficile dire dove finiva la città e cominciava la campagna. Pare, secondo si rileva dallo stesso autore 1 2), da Giovenale 3), e da altri scrittori antichi che in alcune piazze di Roma le case fossero alte : le varie famiglie vivevano in piani separati [426], posti gli unì su gli altri, ma è facile che si trattasse solo de’ cittadini più poveri, e solo di poche strade. Se possiamo giudicare dalla descrizione,
                             1) Lib. IV, 13.
                             2) Satyr., Ili, 1. 269, 270.
                             3)   Strab., lib. V dice che l’imperatore Augusto proibiva di alzare le case a più di 70 piedi. In un altro passo, lib. XVI, parla delle case di Roma, come di case notevolmente alte. Vedi per lo stesso argomento Vitruvio, lib. ii, cap. 8. Aristide il sofista, nella sua orazione si? 1'iójj.vjv dice che Roma consisteva di varie città sovrapposte, e che se uno avesse potuto spargerle e spiegarle, ne avrebbe coperta l’intera superficie dell’Italia. Quando un autore si abbandona a tali stravaganti declamazioni, e cade a questo modo nello stile iperbolico ; non si sa fino a che punto si debba far la tara a ciò che egli dice. Pure questo ragionamento pare naturale : se Roma era costruita sparpagliatamente, come dice Dionisio, e si estendeva tanto nella campagna, vi debbono essere state ben poche strade in cui le case si elevavano tanto. Ognuno costruiva in un modo sconveniente, solo perchè, lo spazio mancava.