XLVTII K. CICCIOTTI esteso, con una, sia pure rudimentale coltura arborea e sopra tutto con la pesca. E, intanto, specie quando la pirateria non era sviluppata o le abitazioni erano a qualche distanza dalle sponde, offrivano, anche a piccoli gruppi, una sicurezza che non avrebbero potuto trovare in paesi continentali. Ma la maggior parte delle isole, già per l’area limitata e la povertà delle risorse e la rada popolazione che poteva ospitare e gli scarsi scambi a cui poteva dare impulso, non era, singolarmente, adatta a maturare una sua propria e promettente civiltà. Due ve n’erano, tuttavia, Cypro (9.599 qlrm) e Creta (8.618 qkm.), che a preferenza delle altre per la loro estensione, pel clima favorevole, per l’abbondanza di boschi, per la loro situazione geografica potevano raccogliere una più numerosa popolazione atta a vivere della propria produzione. Cypro aveva anche — e ben più di Creta — vene di metallo, specie di rame, ed era più vicina alla costa asiatica; ciò che, se presentava alcuni vantaggi, le dava minore guarentigia di autonomia e di originalità e la rendeva anche più eccentrica dalla costellazione insulare dell’arcipelago. Creta, invece, mentre non era troppo distante da centri di civiltà come l’Egytto — cinque giorni di navigazione, secondo il calcolo omerico — aveva alcuni tratti di fertile pianura che, in periodi di men progredita navigazione, offrivano, nella stagione sfavorevole, una sosta a’ naviganti e un transito alle merci da una a un’altra zona del Mediterraneo, sulla cui strozzatura, l’isola, incombeva a cavaliere del più stretto passaggio e del fitto mondo insulare. E, a Creta, con assai maggiori effetti e con più vasta irradiazione che a Cypro, si formò una civiltà con propri caratteri, la cui tradizione, sino ad alcuni decenni addietro si riteneva fantastica, creazione geniale de’ poemi omerici, riecheggiata, con intento letterario, da scrittori successivi, ma che poi gli scavi sapienti d indagatori italiani ed inglesi hanno in parte, come si poteva, livelata nella sua consistente realta e tale da sconvolgere e rinnovare la nozione sin qui prevalsa della civiltà preellenica e originaria ellenica. Le costruzioni sparse nell’isola, a cominciare dall’estremità orientali di Gournia e di Paleocastro, e sopratutto i vasti palazzi di Cnossos e di Phaistos con le loro figurazioni plastiche e dipinte, con la loro ceramica ornata, con le loro particolarità co-