CJLVI E. CICCOTTI LXXXVIII. Queste sommarie e generiche osservazioni sul decorso sociale e politico dell’Impero romano, se anche possano sembrare estranee a uno sguardo storico dello sviluppo commerciale; in realtà sono indispensabili a richiamare, per intendere l’ambiente in cui il commercio doveva svolgersi e lo condizioni che, ora in germe e più tardi in piena efficienza, ne dovevano modificare l’andamento e lo sviluppo quale poteva supporsi in un Impero universale. LXXXIX. Maggiormente, ancora, e più presto, il commercio doveva sentire il peso di cause od avvenimenti che portavano a un impoverimento dell’Impero. Il modo come si ora costituito l’Impero e la sua fondamentale struttura o le condizioni di produzione del tempo lasciano indurre, già per sè — malgrado la relativa pace realizzata, l’attuarsi di una amministrazione più regolare delle provincio e la riduzione di un più diffuso parassitismo oligarchico — un regimo economico-fìnanziario, in cui al consumo generale non corrispondeva una quota adeguata di reintegrazione. Già sulle zone e sugli elementi sociali produttivi pesava una troppo ampia categoria di elementi economicamente improduttivi, per la stessa struttura sociale che escludeva da un lavoro economicamente pioduttivo la categoria piu elevata delle popolazione; mentre altre, molte volte, non ne erano partecipi per astensione volontaria, per la concorrenza servile, per l’assorbimento nelle forzo armate e in funzioni pubbliche retribuite, per godimento di un’assistenza normale o parassitaria. E, dove e quando, le funzioni di produzione poggiavano sull’opera servile, la produttività non era sempre quale si. sarebbe potuta desiderare. Con l’incremento de’ centri cittadini e degli scambi crebbe il numero degl intermediari, non sempre necessari, nè sempre proporzionati a’ bisogni. Ma, come si è accennato, anche l’aumento della classe media e il suo più elevato tenore di vita, congiunto al lusso più diffuso, q Cfr. Tenney Frank, An economie hiatory, pag. 196.