90 achille loei a salario eccedesse lo stretto necessario, l'operaio riuscirebbe, entro un certo tempo, ad accumulare il capitale richiesto alla coltivazione di una terra disponible, il che avrebbe nuovamente ad effetto la cessazione del reddito distinto. Ad assicurare la persistenza di questo, è dunque necessario ridurre il salario ad un saggio così basso, che renda impossibile all'operaio l'accumulazione del capitale necessario alla coltivazione della terra. Così si istituisce l'economia a salariati sistematica, in cui il reddito distinto poggia sulla devalutazione del lavoro; e la lotta del capitale per la riduzione del salario al minimo, che riempie de' suoi fasti il periodo dal 1450 al 1850, è precisamente il prodotto di questa condizione di cose. Quando, infine, tutta la terra è occupata, l'elevatezza del salario non costituisce più una minaccia alla persistenza del reddito distinto. Di certo, anche in tali condizioni, il salario elevato consente all'operaio di accumulare un capitale, che egli può devolvere all'acquisto dell'unità fondiaria; il che compromette nuovamente la persistenza del reddito distinto. Ma, a prevenire tale eventualità, basta elevare il valore deU'unità fondiaria per modo, che ecceda di qualche poco il risparmio del lavoratore. Ossia, in tali condizioni, si istituisce l'economia a salariati automatica, in cui il reddito distinto persiste, non più mediante la devalutazione del lavoro, ma colla sopravalutazione della terra. La quale (come già la sopra valutazione dell'uomo) non è frutto di una azione cosciente dei venditori, od acquirenti di terre, ma è il prodotto delle condizioni stesse di persistenza del vigente assetto economico ; poiché, appena il valore dell'unità fondiaria non sia più inibitivo ai risparmi dei lavoratori, molti fra questi acquistano una unità fondiaria, ed il capitale, che li impiegava, deve, o convertirsi in capitale eccessivo, che deprime il saggio dell'interesse, o rivolgersi direttamente ad acquisto della terra. Ora, in ambo i casi, il risultato necessario è una elevazione del valore del suolo, la quale procede finché quello ha raggiunto il saggio inibitivo. La sopravalutazione della terra è ormai fenomeno universalmente constatato. In Germania si avverte che il valore di mercato (Verkehrswert) della terra è costantemente superiore al suo valore di rendimento (Ertragswert)-, ciò che ha conseguenze imbarazzanti rispetto alla disciplina dell'imposta- sul patrimonio, poiché non si sa se questa debba adeguarsi al primo, od al secondo valore. Inoltre, nella stessa Germania, è particolarmente elevato il valore dei poderi più sterili. Gli è che la sopravalutazione della terra deve soprattutto esplicarsi rispetto alle terre meglio accessibli ai lavoratori, ossia precisamente rispetto ai piccoli poderi; e poiché questi sono di regola confinati fra i terreni più sterili, la sopravalutazione dev'essere appunto più intensa rispetto alle terre meno produttive. Non si tratta d'altronde di fatti speciali alla Germania. In Sicilia il valore della terra sale al doppio della capitalizzazione della rendita al saggio d'interesse corrente; e la crisi agrumaria, che vi infierisce, non è che il prodotto dell'eccessivo prezzo d'acquisto del terreno, che vi schiaccia le aziende produttive. Una elevatezza abnorme del valore della terra si avverte del pari nella Basilicata. Ma in tutta Italia, nel qua-