Scenari di federalismo fiscale 61 ta della spesa dei governi sub—nazionali sul totale della spesa pubblica ha continuato ad aumentare quando il confronto è effettuato al netto degli interessi. In secondo luogo, si può ipotizzare che la spinta all’aumento della spe- sa regionale e locale sia assai più controllata in un siste ema di decentra- mento fiscale che in un sistema fortemente centralizzato, dato che nel pri- mo caso ogni aumento di spesa deve essere confrontato con il costo, in termini di maggiore prelievo, che essa comporta In terzo luogo, nella nostra leipotesi di federalismo fiscale al governo enetral riman n un enrespo nsabilità di gestione dei tributi più incisivi sotto il profilo delle politiche di stabilizzazione, l’Iva l’Irpeg e la quo Ota maggiore dell’ Irpef. Fatte queste premesse, sembra potersi sostenere che un modello fer de e è in a o rantire, attrav voers ec entrarnento del vincolo di equilibrio finanziario, non solo che non si n'proclucano più i comporta- menti perversi che hanno alimentato la voragine del debito pubblico ita- liano, ma anche qualcosa di più: un sostegno già a medio termine al pro- cesso di rientro. Il punto di partenza della nostra ricerca, e di qualunque riflessione in merito che voglia essere realistica, è dunque rappresentato da uno sce- nario di rientro del debito pubblico che ha suggerito le coordinate gene- rali del sistema proposto, tra cui la necessità di ottenere fom' ris parmi an- che nelle voci trasferite alla competenza regione ae.l Nel breve periodo, uno scenario del genere incorpora elementi di un gioco a somma zero; in altre parole, non si possono immaginare vantag gi per tutti, e qualcuno deve pagare. Éim importante che ciò avvenga in mo— do equilibrato, e rispettoso dei valori di fon Se la situazione di part en za va ovviamenote tenuta presente nei mo- menti di avvio del sistema e nella fase di transizione, sarebbe assurdo pre- tendere di eristallizzare gli equilibri territoriali di spesa ereditati dalle pasî sate ges stioni diri ripartire cioè, dalla spesa storica, in buona misura né equa, né efficiente. Si tratta di gestire una fase di transizione: ma tale fa- se devee essere c ar ramente determinata nella sua durata, e l’assetto fina- edeve essere definito in termini certi e trasparenti, evitando una proliferazione di regole ad 190. U ura approssimativa dello sforzo di riequilibrio finanziario dei conti pubblici che si intende delegare alle Regionie rappresentata dalla «taratura» iniziale del nuovo sistema di finanziamento. ssenza, il sistema di entrate proposto serve a fronteggiare le com» petenze devolute e i trasferimenti aboliti. Poiché esso è basato su impo-