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dottrine sulle imposte e sui prestiti, ch’ebbero largo svolgimento dopo lunghi anni nella seconda metà del secolo decimottavo. E nel concetto generale dell'imposta, prelevata in virtù del potere sovrano e per il conseguimento del bene comune, si può trovare il riscontro dell’antica, dottrina di Aristotile sulla natura e sulle attribuzioni dello Stato, e dee riconoscersi una certa reazione alle idee dominanti circa i diritti delle classi sociali e le loro pretese soverchie riguardo al governo (1). Per questo rispetto l’influenza di Aristotile sugli scrittori erti contraria al fatto della dispersione e dell’indebolimento che travagliavano il potere civile; mentre d’altra banda nel concetto dell’equilibrio finanziario e del tesoro quella dottrina corrispondeva ai bisogni e alle condizioni del tempo.
    Egidio Romano (1247-1316) consiglia ai principi di spendere le pubbliche entrate in opere, che tornino di vantaggio al popolo, e mettere ogni cura, per conservarne e risparmiarne i beni; vuole inoltre che sia richiesto il consentimento dei cittadini nel fissare le spese e riscuotere le entrate, affinchè in tal modo possano essi evitare il pericolo di perdere il proprio e 1’ altrui, ossia perchè non offendano gl’interessi del fìsco o quelli dei privati (2).

porre gravezze in modo assoluto e senza riserve , benché in via straordinaria e in certi casi determinati; e va distinto por questo dagli scrittori contemporanei. Vedi in proposito: Feugueray, Essai sur les doctrines politiques da Saint Thomas d’Aquin. Paris, 1857, p. 106-107.
    (1)    Nei migliori politici del medio evo , come s. Tommaso , possono riscontrarsi in questa parte i due principii fondamentali di Aristotile. Il concetto dello Stato, come ente superiore agli stessi individui e deputato ad eseguire le regole di giustizia distributiva nel riparto degli onori e dei carichi pubblici; coucetto illustrato recentemente dal Ncumann , Die Steuer nach der Steuerfiihigkeit (nei Jahrbiiclier fur Nationaldkonomie und Statistik di Conrad. Jena, 1S8O,I, p. 530-40). E il pensiero che le finanze siano sufficienti, non solo alle spese ordinarie, ma eziandio a quelle straordinarie di guerra, c in complesso tali che bastino al bisogno e alla difesa dello Stato senza destare le cupidigie dei vicini più potenti (Politica, lib. II, cap. IV): pensiero conforme alle necessità di quel tempo in cui i principi trovavano grandi difficoltà ncll’adopcrare il credito pubblico e le imposte straordinarie. Si veda in proposito per ciò thè riguarda la dottrina di Aristotele : I. Barthélemy Saint-Hilaire, Politique d’Aristote. Paris, 1S48, Préfacc, p. 65-6G. E per gli studi di s. Tommaso nelle materie politiche: Ch. Jourdain, La Philosophic de Saint Thomas d’Aquin. Paris, 1858, p. 63 e segg. — I. I. Baumaun, Die Slaatslehre des li. Thomas von Aquino. Leipzig, 1873, p. 190 203.
    (2)    Del reggimento dei principi di Egidio Romano; volgarizzamento trascritto nel 1288 e pubblicato per cura di F. Corazzini. Firenze, 1858, p. 53 67, 202-203.