per le medesime merci. Molte privative industriali e fiscali vennero soppresse nel periodo che corre dal 1772 al 1789 (1). Il nuovo regolamento dei dazi, pubblicato nel 1781, prescriveva eh’essi si pagassero soltanto alle dogane della frontiera ed alle porte delle principali città, Firenze, Pisa, Siena e Pistoia, e ne semplificava e graduava le tariffe in guisa da agevolare il progresso delle industrie nazionali ed allargare gli sbocchi della produzione agraria. Soppresse le dogane interne, regie e comunitative, di tutte le province si formò un solo territorio zrànz’Zo, fatte soltanto le anzidetto eccezioni; ed abolite del pari le tariffe parziali, diverse, fu stabilita una linea doganale di confine con gabella unica d’introduzione, di estrazione e di transito. Oltre a ciò dagli stessi dazi di confine vennero esentati i generi frumentari; imposti dazi lievissimi sui generi di prima necessità, dazi gravi sui generi di lusso e tanto più gravi, se si fabbricavano in Toscana; e gli stessi dazi fissati con norme determinate e certe, che escludevano le stime arbitrarie del vecchio sistema (2). Nelle città si abolirono i balzelli posti alla fabbricazione e allo spaccio del pane; ed altri cambiamenti analoghi ebbero luogo nella materia delle gabelle, come la riduzione dell’imposta sul sale, sulla macinazione dei cereali, sulle carni e simili (3).


                     (1)     Zobi, Storia citile della Toscana, II, p. 267-73. Questa semplificazione dei dazi andava di conserva col nuovo regime di libertà inaugurato negli ordini commerciali e annonari cogli editti 18 settembre 1767 e 24 agosto 1775 ; in virtù dei quali furono aboliti i regolamenti antichi e tolti i vincoli al commercio interno ed esterno delle derrate agrarie. Cfr. Cusumano, La teoria del commercio dei grani in Italia. Bologna. 1877, p. 164-65. — Morena, Le Riforme e le Dottrine economiche in Toscana, Ib. XXIX, p. 323-25.
                     (2)     Il disegno della riforma doganale e della nuova tariffa generale non fu pronto che nel 1779. Ne scrisse la prefazione lodata Vincenzo Mugnai, Tariffe delle Gabelle Toscane, Firenze, 1781. Ad esso si riferisce anche l’opuscolo di G. Sarchia™, Ragionamento sul Commercio, Arti e Manifatture della Toscana. Firenze, 1781.
                     (3)     Poggi, Cenni storici sull’agricoltura, II, p. 305-306; (L. Pignotti), Elogio istorico di Angiolo Taranti, consigliere intimo di Pietro Leopoldo. Firenze, 1784, p. 76-84, 87-96; Zobi, Manuale storico, p. 123-30, 179-80. « L’abolizione delle dogane distrettuali, dice il Zobi a proposito della legge 31 agosto 1781, e la riunione delle molteplici e svariate tasse esistite in addietro fu un beneficio grandissimo arrecato al commercio ed alle industrie nazionali ; e per così dire fu questa la riforma che perfezionò le altre due antecedenti operazioni, cioè dell’illimitata libertà commerciale conceduta ai generi necessari alla sussistenza umana, e della libertà accordata all’industria manifatturiera. »