Marzo 1965 Pag. 3 #1 mSTÀHAHO d ■ Ita LA NEL ONIFICA MONTANA MOMENTO ATTUALE del Dr. TOMMASO PANEGROSSI Tra gli aspetti indubbiamente positivi della legge 25 luglio 1952, n. 991 vi è quello di avere consentito, per la prima volta nel nostro Paese, di conoscere, di puntualizza-rere nella loro integralità, i complessi problemi della montagna italiana, — che sono a carattere tecnico, finanziario, economico e sociale — e di avviarli, per quanto possibile, a soluzione. Nell’ambito dei territori montani, considerati tali a termini dell’art. 1 della legge n. 991 (poi sostituito dall’articolo unico della legge 30 luglio 1957, n. 657), cioè in una superficie di circa 15 milioni e mezzo di ettari, sono stati classificait o riclassificati a tutt’oggi, in forza degli articoli 14 e 15 della legge stessa o di leggi speciali (Fucino e Liscia-Gallura), n. 124 com. prensori di bonifica montana che interessano la superficie di ben ha. 8.501.554 cosi ripartita : a) Italia settentrionale ha. 1.949.380 b ) Italia centrale » 2.751.101 c) Italia meridionale e isole )> 3.801.073 tornano ha. 8.501.554 iE’ in questi compresnori — - nei quali, com’è noto, più grave è il dissesto fisico ed economico — che si è maggiormente concentrata l’intensa opera svolta a favore della montagna negli ultimi anni, perchè sono queste le piaghe meno suscettibili di una proficua sistemazione produttiva senza un più diretto e cospicuo intervento dello Stato, a sostegno e a integrazione dell’attività dei singoli, siano essi enti o privati. I problemi della bonifica montana in particolare, come quelli della montagna italiana in generale, sono resi più complessi dal fatto che per la legge n. 991 sono stati considerati « montani » e quindi in gran parte classificati anche comprensori di bonifica montana, estese superimi di terreno che non hanno le caratteristiche proprie della vera montagna, ma della alta e bassa collina e financo della pianura. Se si considera che sui 15 milioni e mezzo di ettari di territori montani ve ne sono oltre 5 milioni che montagna non sono e che, proporzionalmente, nei comprensori di bonifica montana, sugli 8 milioni e mezzo di ettari, per oltre 2 milioni e mezzo occorre affrontare non soltanto i classici problemi della montagna ma anche quelli più poliedrici — se non altro perchè più numerosi e per il fatto che interessano maggiori masse di popolazione — della collina e della pianura, non v’è chi non veda la necessità che ciò sia tenuto presente nell’elaborazione dei programmi di finanziamento dei relativi interventi. Questo allo scopo di evitare che alcuni settori di attività che potrebbero, ma erroneamente, non essere ritenuti propri dello ambiente « montano », vengano esclusi — come purtroppo è avvenuto in passato — da qualsiasi finanziamento. Nel campo della bonifica montana operano attualmente n. 109 enti diversi e cioè: — consorzi di bonifica montana veri e propri, cioè costituiti volontariamente o d’ufficio, a termini dell’art. 16 della legge n. 991 n. 34 — altri enti considerati « consorzi amministrativi » e ai quali, a termini deH’art. 30 della legge n. 991, è stata riconosciuta l’idoneità ad assumere le funzioni di consorzi di bonifica montana : a) consorzi di bonifica integrale, cioè costituiti in forza del R, D. 13-2-33, n. 215, ma operanti anche in zone classificate quali comprensori di bonifica montana )) 31 b) aziende speciali consorziali )) 12 c) consigli di valle o comunità montane )) 13 d) consorzi di bacini imbriferi montani (BJ.M.) » 8 e) altri enti (enti di riforma, ente per lo svi¬ luppo dell’irrigazione in Puglia e Luca¬ nia, ecc.) 1 )) 11 tornano n. 109 Data la depressione economica che caratterizza in genere l’ambiente montano, notevoli sono le difficoltà che tali enti, ma soprattutto i consorzi di bonifica montana veri e propri, devono affrontare nell’esercizio della loro attività bonificatrice. Il largo ricorso fatto fin qui all’art. 30 della legge numero 991 — che prevede la assunzione di funzioni consortili di bonifica montana da parte di altri « consorzi amministrativi » esistenti, in luogo della costituzione di consorzi di bonifica montana sta appunto a dimostrare come sia difficile ai consorzi di bonifica montana darsi un organizzazione propria ed una efficiente attrezzatura tecnica stante l’assoluta inadeguatezza dei mezzi finanziari di cui dispongono. E’ pertanto auspicabile che in tempi non lontani il sistema consortile attualmente in vigore per la bonifica montana possa essere potenziato ed anche opportunamente emendato nelle sue strutture, onde renderlo più consono alle caratteristiche e alle esigenze proprie dell’ambiente. Malgrado le precarie condizioni nelle quali sono stati costretti ad operare gli enti comunque preposti alla bonifica montana, invero cospicua può considerarsi l’attività svolta in tale campo e più precisamente nei due essenziali e tradizionali settori delle opere pubbliche di competenza statale e delle, più o meno direttamente connesse, o-pere di miglioramento fondiario di competenza privata. I fondi stanziati per dette opere trovano il loro presupposto giuridico nelle seguenti principali leggi: 25'7-1952, n. 991 (legge per la montagna); 16-6-1956, n. 501 (legge speciale per il comprenso- rio del LisciaJGallura in Sardegna); 24-7-1959, n. 622 (legge a favore del’economia nazionale: parte riguardante il comprensorio del Liscia); 21-7-1960, n. 739 (legge per la riparazione dei danni alluvionali); 21-7-1961, n. 11 (legge sui fiumi); 2-61961, n. 454 (Piano Verde) e 18-8 -1962, n. 1360 (proroga legge per la montagna). Per le opere pubbliche di competenza statale, a tutto il 30 giugno 1964, sono stati stanziati L. 69 miliardi e 160 milioni. Detti fondi risultano così ripartiti in percentuale per categorie di opere : Per le opere di miglioramento fondiario di competenza privata, più o meno direttamente connesse con quelle pubbliche di competenza statale, sono stati stanziati e possono considerarsi pressoché totalmente erogati, nell’ambi- to dei comprensori di bonifica montana sempre alla data del 30 giugno 1964, L. 54 miliardi e 200 milioni. Anche tale somma risultava così ripartita in percentuali tra le diverse categorie d’intervento: la da preferire in uno al contemporaneo miglioramento dei boschi esistenti. Ciò contribuirà a ridurre il grave squilibrio — manifestatosi non soltanto in Italia, ma anche negli altri 5 Paesi della Comunità Economica Europea — tra produzione e fabbisogno di legno (nel 1963 l’Italia dovette erogare, come è noto, ben 300 miliardi di lire per l’importazione di legname dall’estero). Negli altri terreni disponibili dovremo curare rimpianto di prati, di pascoli e di prati-pascoli in maniera che, u-nitamente a un più deciso e ben coordinato miglioramento dei pascoli montani suscettibili d’incremento, la montagna possa contribuire efficacemente alla soluzione anche del problema zootecnico, pur esso grave a causa dell’assoluta inadeguatezza della produzione nazionale di carne in rapporto al sempre crescente fabbisogno e per la conseguen- Leggete - - Sistemazioni idraulico-forestali, idraulico agra- rie e pascolive (in questo settore, molto importante, si sono avuti ben più cospicui finanziamenti anche in forza di altre leggi speciali quali quelle per la Cassa del Mezzogiorno, perla Calabria, per le aree depresse del centro-nord, ecc.) 20% - strade di bonifica e di servizio 50% - irrigazioni, con particolare menzione al com- prensorio del Liscia in Sardegna — che come abbiamo visto, ha fruito di stanziamenti specifici per effetto di leggi speciali — e alla piana di Leonessa, in prov. di Rieti, ricadente nel comprensorio di b.m. del fiume Corno il cui consorzio ha sede nella città di Norcia, interessanti la superficie di circa ha. 10.000. 10% — abitazioni 21% — stalle 14% — acquedotti ed altre provviste di acqua potabil* 12% — - acquisto bestiame selezionato, fertilizzanti, se- menti elette, ecc. 12% a riportare 59% riporto 59% — sili, magazzini ed altre costruzioni rurali 11% — strade poderali e interpoderali 10'% impianti per lavorazione dei prodotti (speci# caseifici) 4% — sistemazioni idraulico-agrarie 4% — rimboschimenti volontari e produzione semiforestali 3 % — miglioramento pascoli montani 3% opere irrigue 3% — linee elettriche 3% Totale 100% — acquedotti, impianti elettrici, ecc. 20% Totale 100% VITA DELLE VALLI Il Consiglio della Valcuvia approva il 44 preventivo „ 1965 L’esercizio finanziario pareggia in circa 11 milioni Il cav. Moscioni riconfermato alla presidenza (L. M.) - Ha avuto luogo la preannunciata riunione del Consiglio di Valle della Valcuvia. Vi hanno partecipato direttamente o per delega, tutti i sindaci della Valle, mentre per l’Amministrazione provinciale erano presenti lo avv. Bonomi, il prof. Padda e il prof. Volonté. Il vice presidente deH’UNCEM cavaliere Piazzoni, Consigliere provinciale, impegnato a Verona per la riunione della Giunta esecutiva dell’Unione, ha inviato una lettera ringraziando presidente e collaboratori per l’opera svolta ed assicurando la continuità della sua collaborazione per l’attività futura del Consiglio di Valle. Ha preso subito la parola il presidente Mascioni per portare il saluto e l’augurio di buon lavoro a tutti i partecipanti e per ricordare il defunto vice presidente, compianto dr. Felice Ramorino. Prima di passare a trattare l’ordine del giorno il presidente ha illustrato con una breve relazione tutta l’attività svolta, nel biennio scaduto, dal Consorzio: la scuola speciale di Cuvio per ritardati, la refezione scolastica della media a centro valle, la costituzione del Consorzio di prevenzione, la partecipazione attiva ai piani di azzonamento dei nove Comuni contigui del centro Valle, il servizio sociale di Valle, la partecipazione di presenza ai vari convegni sulla montagna, ultimi in ordine di tempo; quelli di Torino e di Roma. Attività tutte che furono possibili, in attesa ed in vista di più interessanti realizzazioni per le quali occorrono ovviamente certe e ben definite ed autonome fonti di finanziamento, solo per la buona collaborazione del BIM Ticino e F Amministrazione provinciale di Varese. Ha quindi avuto luogo l’elezione delle cariche per il biennio 1965-1966. L’esito è stato il seguente : presidente : cav. Giovanni Mascioni ; vice presidente : cav, Giuseppe Pozzi ; membri : cav. Giovanni Marchesi, cav. Nino Pan-cera, Adriano Ribaga, rag. E-doardo Gemelli. Luigi Celli-na. Dopo vari interventi e la lettura del bilancio di previsione hanno preso la parola lo avv. Bonomi nella duplice veste di presidente del BIM ed assessore provinciale, il prof. Fadda assessore provinciale, il prof. Volontè consigliere provinciale. Tut*i, fugando, ove vi fosse, il timore che la Valcuvia fosse dimenticata portando l’adesione sia personale che degli enti rappresentati per tutta la futura attività del consorzio. Pertanto la Provincia e il BIM saranno Qui il Dr. Panegrossi ha preso a parlare del comprensorio di Norcia. Dopo averne presenti come per il passato con sensibilità e comprensione, nel quadro di un razionale sviluppo di tutta la zona, di un programma più vasto che investe tutta la provincia. Si è passati poi all'approvazione del bilancio di previsione con circa 11 milioni in entrata ed altrettanti in uscita. Fra qualche tempo il Consiglio si tornerà a riunire per trattare il rinnovo del Consorzio di prevenzione e la destinazione dei fondi BIM per la Scuola ed il turismo e per l’agricoltura. illustrate le caratteristiche e data relazione delle opere eseguite ha continuato : Nell’avviarmi rapidamente alle conclusioni vorrei ricordare infine quelle che possono considerarsi le direttive fondamentali della bonifica montana nel momento presente. A prescindere dai tradizionali interventi sistematori da continuare in ogni tempo per garantire l’indispensabile stabilità del suolo e a parte la realizzazione di ogni possibilità d’incremento di alcune attività extra-terriere, quali industria, in ciascun compren-il turismo, l’artigianato e la sorio di bonifica montana occorre affrontare in primo luogo il problema della riconversione colturale dei terreni abbandonati, ove più ove meno. dall’agricoltura. Per quelli di essi a più spiccata vocazione forestale sarà la forestazione, cioè l’impianto di nuovi boschi con l’im-niego, ove possibile, delle specie a rapido accrescimento, la soluzione economicamente oiù conveniente e quindi quel- “ IL MONTANARO D’ITALIA,, te necessità di ricorrere anche in questo settore ad onerose importazioni dall’estero. Ma per la soluzione di questi e degli altri problemi di bonifica montana — come il miglioramento delle infrastrutture onde creare più con-fortevoli condizioni di vita alle popolazioni di montagna le quali, pur se utilmente ridimensionate nel numero in rapporto alle effettive possibilità produttive dello ambiente, dovranno pur sempre popolarla per renderla più viva ed operante. Superato il non facile periodo che la nostra economia sta attraversando, vogliamo quindi confidare che la politica tanto opportunamente intrapresa a favore della montagna anche in ossequio ad un preciso dettame della nostra Costituzione, non solo sia proseguita, bensì adeguata-mente rilanciata e potenziata. ____________ 5 ______________ - !"1 miiMiillll N II IIJIU _____________ ' ' w, 'v G ' , j, , v ;-9. w ,<>■>>, V•*/•*< "ZÀt/.s >• '* “IL MONTANARO D’ITALIA,,-or* I • ia dedicata ai problemi dei BIM e delle Comunità Montane. collaborate cou articoli, saggi, notizie.