IMPRESE, LAVORO E COMPETENZE NEL SISTEMA AGROALIMENTARE PIEMONTESE

dal 2016, si è registrata un’inversione di tendenza confermata anche nelle due annate successive (raggiungendo il 13,4% nel 2018 per un totale di 6.656 aziende), anche grazie alla spinta di misure specifiche previste dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) cofinanziato dall’UE.

Produzioni primarie diversificate…
Il modo in cui si esercita l’attività agricola e
zootecnica ha importanti riflessi ambientali
e presenta ampie differenziazioni territoriali.
Il 36% del territorio della regione è destinato
alle coltivazioni, pari a circa 913 mila ettari
di SAU (Superficie Agricola Utilizzata), storicamente frammentata sia dal punto di vista
aziendale sia dal punto di vista settoriale.
L’agricoltura di pianura è piuttosto omogenea: nelle province di Cuneo e Torino prevalgono l’allevamento intensivo (bovino e
suino) e le coltivazioni cerealicole. Le pianure orientali delle province di Vercelli, Biella e
Novara, invece, sono caratterizzate dal
paesaggio della risaia e dalle sue tipiche
infrastrutture. Più concentrate sono le coltivazioni

ortofrutticole,

in

particolare

nell’Alessandrino (orticole) e nel Saluzzese
(frutta fresca). L’area collinare delle Langhe
e del Monferrato è invece incentrata sulle
produzioni vitivinicole, vero e proprio motore della già richiamata economia del gusto, alle quali si associa una crescente presenza

della

coltivazione

di

nocciole.

L’agricoltura montana è quella più fram-

Figura 1 – Aggregazione territoriale delle principali
produzioni agricole e zootecniche del Piemonte.
Fonte: elaborazione IRES Piemonte su dati CSI Piemonte

mentata, a causa delle peculiarità fisiche del territorio e delle problematiche demografiche.
In queste aree è frequente il ricorso ad attività di diversificazione e di vendita diretta, in particolare nelle aree interessate dai flussi turistici. La zootecnia prevalente è quella bovina estensiva, affiancata dall’ovi-caprino.

…e integrate in filiere di trasformazione e di distribuzione
La trasformazione agroalimentare in Piemonte si può generalmente suddividere tra settori che
operano in stretto rapporto con la produzione primaria regionale – vitivinicolo, trasformazione
dei cereali e del riso, ortofrutticolo, lattiero caseario e carne bovina – e comparti che operano
solo parzialmente con materie prime locali (ad esempio dolciario, prodotti da forno, carni suine e salumi o ancora del tutto vincolati a forniture esterne (ad esempio il settore del caffè).
Il diverso legame con i prodotti locali si riverbera anche sulla distribuzione territoriale delle imprese di trasformazione: dove il legame è stretto le imprese si collocano vicino alla produzione
primaria, creando anche situazioni distrettuali come nel caso del comparto vitivinicolo e

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