risorse idriche, le risorse forestali, le risorse zootecniche, per utiliz­
zare le quali, stabiliva l'ultimo Congresso dell’UNCEM, si riteneva ne­
cessario lo sviluppo e il potenziamento della azienda contadina, sin­
gola e associata, si riteneva necessario lo sviluppo dell’associazio­
nismo contadino, si riteneva necessario lo sviluppo dell'artigianato e
deH'industria, soprattutto collegato alla utilizzazione, di prodotti del­
l’agricoltura, si riteneva necessario, d’altra parte Fon. Lucifredi ce ne
dava un esempio, anche l'intervento dell’azienda dello Stato, per una
giusta utilizzazione e sfruttamento delle risorse della montagna.
Mi pare che stamattina, giustamente, gli interventi che ho prima
citato, abbiano posto l’esigenza di una politica di difesa e di valo­
rizzazione della montagna in cui i problemi del suolo e delle siste­
mazioni idrogeologiche non possono essere visti soltanto in termini
di maggiori interventi finanziari, neppure a sè stanti, ma devono es­
sere visti strettamente collegati ai problemi dell’agricoltura, dell’as­
setto territoriale, del tipo di sviluppo industriale ed economico del
paese. Io credo che tutti abbiamo presente l'immagine efficace del
senatore Medici, quando parlando alcune settimane fa, al Senato, a
proposito del grave problema dei disastri alluvionali, ha rievocato
questa immagine, in un colosso, rappresentato dalla espansione indu­
striale del nostro paese, che ha i piedi di argilla.
Io credo che sia opportuno qui richiamare un documento clamo­
roso, su cui, gran parte della stampa nazionale ha taciuto, pubbli­
cato circa 20 giorni fa; e mi riferisco al documento del Consiglio Su­
periore dei Lavori Pubblici, in cui si diceva che, per la sistemazione
dei corsi d’acqua, era necessario nel nostro paese un finanziamento
di 2.200 miliardi, senza tener conto dei miliardi necessari (che sono
cifre anche qui dell’ordine di centinaia e centinaia di miliardi) per
le opere di rimboschimento. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pub­
blici denunciava anche il fatto, che dal 1952 a tutt’oggi, cioè da quan­
do venne approvato il piano orientativo per una sistematica rego­
lazione dei corsi d’acqua, sono stati spesi soltanto 289 miliardi, vale
a dire un terzo della somma che era stata prevista. E così il Con­
siglio Superiore dei Lavori Pubblici si riferisce a questo fatto, dice che
questi stanziamenti sono stati assolutamente insufficienti per un set­
tore di assoluta importanza per la Nazione, e questi stanziamenti
insufficienti hanno certamente contribuito ad aumentare gli effetti
di una alluvione senz’altro eccezionale.
Lo stesso Consiglio dei Lavori Pubblici, in chiara polemica con
i fautori, con i teorici della produttività a breve termine, afferma
che posporre un'opera di difesa del suolo ad un investimento che
garantisca una produttività a breve termine, come purtroppo si è
fatto in passato, non è solo un atto di colpevole leggerezza, ma anche
di miopia politica ed economica, se si considera l'entità dei disastri
che possono derivare da eventi eccezionali, ma di cui si possono
certamente, con tempestività e con continui interventi preventori,
limitare i disastrosi effetti.
Ora, alla luce anche di queste valutazioni e considerazioni di un

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