dinamento, prescindendo da adeguate misure di riforma, non fa remmo altro che eludere ancora una volta le questioni di fondo dell’agricoltura montana. Peraltro va detto che aspetti produttivi e sociali non sono con trastanti, il raggiungimento di livelli produttivi medi più elevati, corrispondenti alle crescenti esigenze della collettività, impone so luzioni che tengano conto dei due elementi citati, altrimenti si avrà uno sviluppo ad isole, ed il decadimento di intere zone, la marginalizzazione completa della impresa contadina. Uno sviluppo generale dell'agricoltura basato sulla impresa a proprietà contadina liberamente associata, adeguatamente assistita e finanziata dallo Stato, in relazione anche alla negativa esperienza del passato, e di contro ai positivi risultati ottenuti ove si è stimo lato l’associazionismo anche in montagna, potrà produrre effetti generali positivi, altrimenti impensabili. Gli Enti Locali territoriali: Comuni e Province, sono stati siste maticamente esclusi da qualsiasi forma di partecipazione e diretta responsabilità nelle scelte, nella elaborazione dei piani e nella loro attuazione; la Legge 991, la Legge per le aree depresse, il « Piano Verde n. 1 e 2 » ne sono una testimonianza. È venuta avanti nei fatti una politica di mortificazione delle autonomie locali, di limitazione dei loro poteri, le difficoltà dei Co muni non possono trovare valida giustificazione nella congiuntura sfavorevole, la verità è che mentre si rende impotente il Comune, si rafforza tutta una serie di altri enti ed organismi, canali attra verso i quali avviene la manovra dell’investimento pubblico, come ad esempio i Consorzi di Bonifica. A proposito di questi ultimi, dobbiamo dire chiaramente che siamo contrari a che siano affidate ad organismi privati sempre più estese competenze pubbliche, per il loro carattere antidemocratico e settoriale, per la esigenza di avere strumenti democratici, quali le comunità montane, espressione delle assemblee elettive locali, che affrontino nella loro unitarietà le questioni relative allo sviluppo economico, civile e sociale della montagna. A) Sistemazione del suolo: bonifica, regimazione e utilizza zione delle acque, rimboschimento, estensione delle foraggere e dei prati-pascolo; B) L’affermazione di una struttura fondiaria basata sulla pro prietà diretta-coltivatrice della terra, le forme associative libere e volontarie, soprattutto per lo sviluppo del patrimonio zootecnico: stalle sociali, alpeggi, ecc., e di trasformazione, conservazione e com mercializzazione dei prodotti, in questo ambito vanno affrontati i problemi della dimensione aziendale. Sono queste scelte prioritarie e qualificanti da porre a base sia del piano quinquennale, sia della nuova legge per la montagna. Altri provvedimenti urgenti, che hanno pure un valore generale sono: 157