anche coloro che con noi hanno collaborato e ci hanno aiutato.
Questo ringraziamento, dicevo, desidero estenderlo a tutti co­
loro che ci hanno aiutato e desidero estenderlo alla Direzione Ge­
nerale dell’Economia Montana e delle Foreste, che attraverso i
suoi Ispettorati regionali e ripartimentali e i suoi funzionari ci è
sempre stata di grande aiuto. E il Direttore Generale qui presente
ne trae motivo di lusinga e di piacere.
Sia esteso alle Guardie Forestali che con spirito di sacrificio
ammirevole hanno servito il Paese anche in recenti difficili eventi;
sia esteso agli Ispettorati periferici dell’Agricoltura che hanno
spesso e quasi sempre collaborato con gli amici della Forestale
per la soluzione di problemi comuni.
Un ringraziamento particolare, anche a nome della FEDERBIM, sia esteso alla Direzione Generale delle acque ed impianti
elettrici del Ministero dei LL.PP. ed alla Direzione Generale del
Demanio del Ministero delle Finanze.

Ho lasciato per ultimo, non perchè fosse meno importante,
ma perchè era quello che, trattandolo da ultimo, pensavo ri­
manesse maggiormente impresso nella nostra memoria, il dram­
matico problema creato dalle recenti alluvioni.
Desidero subito sgomberare il campo da ogni possibilità di
speculazione, perchè non c’è nulla di più meschino e di più tri­
ste che approfittare delle disgrazie nazionali per cercare di trarre
giovamento per sè e per i propri gruppi. E mi dolgo che ci siano
talvolta organi di stampa che venendo meno alla loro nobile fun­
zione e al loro grande compito, pur di vendere qualche numero
in più, si abbandonino a delle considerazioni che toccano da vi­
cino il cuore di tanti cittadini italiani.
E qui mi permetterò, tanto per rialzare un po' il tono del di­
scorso, di ricordare che è stato un poeta, Giosuè Carducci, che
nel discorso in morte dell’Eroe nazionale Giuseppe Garibaldi stig­
matizzava con parole esemplari coloro che nelle disgrazie del Pae­
se giocano tre frasi o tre rime al terno della celebrità.
Ma, senza retorica, con il cuore ben pieno di commozione,
così come lo ha fatto prima di me il Presidente di questo nostro
Congresso, l’amico Aw. Kesler Presidente della Provincia di Tren­
to, una delle più colpite, anche nel suo capoluogo, tra le provincie montane; con il cuore, dicevo, pieno di commozione, di sin­
cera commozione, permettetemi di parlare dei nostri montanari
che, in quell'enorme sconvolgimento di carattere quasi biblico
che si è verificato, hanno perduto i loro cari, le loro terre, le
loro case, i loro averi, i loro strumenti di lavoro.
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