di esse. Ieri è stato detto, qui, dal prof. Rotini, che le acque dovreb bero arrivare al mare il più tardi possibile. Ed io aggiungerei che le acque, prima di arrivare al mare, dovrebbero rendere anche un altro servizio, sia per quanto riguarda le campagne, sia per quanto riguarda le attività economiche. In questo senso, noi già da tempo abbiamo segnalato la necessità. Ebbene, è stato detto che dopo i fatti do lorosi del Vajont, i tecnici trovano delle difficoltà a firmare dei pro getti. È una cosa che spaventa tutti quanti quando si parla di diga; io ritengo che le cose bisogna studiarle bene, vedere la consi stenza del terreno. In ima regione come la nostra, ci sono piogge scarse e mal di stribuite, e l’acqua bisogna raccoglierla, perchè adesso, da un mese e mezzo, tutta quest'acqua che se ne va al fiume, non solo si perde, distrugge in pianura perchè porta via tutto quello che trova, semi nati, erba, eccetera; ma quest’acqua va conservata. E anzitutto l’ap provvigionamento idrico, perchè i due paesi più vicini, che sono a due o tre chilometri, dal mio, sono senz’acqua. Quindi, regolamentazione, approvvigionamento idrico e, nello stesso tempo, la parte che rimane, utilizzarla per l’irrigazione. L’Ente di Sviluppo, secondo me, dovrebbe seguire con i migliori indirizzi tutto quanto avviene nelle campagne e incoraggiare l’associa zionismo in generale e, in modo particolare, la cooperazione tra i contadini e gli allevatori della montagna che potrebbe senz'altro por tare a un miglioramento dei nostri montanari. Aw. DINO LAUDANI Sindaco di Biancavilla (Catania) Presento alla on. Presidenza una raccomandazione: il territorio del mio comune arriva a quota 3.700 circa, al cratere dell’Etna cioè. Questa stupenda montagna può entrare nei piani di lavoro e di in tervento dell’UNCEM? “ Da quando è nata (qualche milione d’anni) si sono costruite in essa solo due cose: 1) una strada che arriva a quota 2.000; 2) una funivia che funziona solo d’estate. I campi di sci possono essere quindi raggiunti solo da pochi eroi. Gira da qualche anno una idea: « Parco nazionale (o regionale) dell’Etna ». Può farla propria l’UNCEM? Farebbe un servizio più che alla Sicilia, all’Europa che da qualche lustro viene attratta dal fascino irresistibile ed incomprensibile per chi non Io conosce, del gruppo montuoso del vulcano Etna. Il parco dovrà ricreare la fauna ormai distrutta; difendere e potenziare la flora, che tagli ed incendi minacciano di fare scom parire. 236