altrettanto, per un'altra. Si parva licet, una nevicata abbondante può paralizzare una città impreparata ma non crea nessun disagio di rilievo in una città del Nord. Alcune comunità molto esposte ai disastri sviluppano, in effetti, un certo tipo di adattamento sociale che è stato descritto come «disaster culture* (Lechat, 1989).
Nell'Europa della Rivoluzione Industriale esistevano città colpite da catastrofi minerarie con grande frequenza; gli abitanti di alcuni atolli del Pacifico sono esposti continuamente ai tifoni; la zona vulcanica dei Campi Flegrei, a 10 km. circa da Napoli, è colpita periodicamente da fenomeni sismici. Dal punto di vista della psichiatria e dell'igiene mentale, vale a dire degli effetti sul piano psicologico e psicobiologico, la definizione più sintetica resta quella di Kinston e Rosser (1974): «Un disastro è una situazione di stress massivo collettivo». Già qualche anno prima (1969), Barton aveva classificato i disastri come un sottogruppo delle «situazioni di stress collettivo».
Le proposte di Barton, Kinston e Rosser soffrono però delle stesse ambiguità e incertezze di cui soffre la nozione di stress, concetto per il quale siamo ancora lontani da una definizione concorde (Elliot e Eisdorfer, 1982; Solomon, 1989). Il rischio principale è quello di definizioni tautologiche: gli stressors sono eventi che producono stress; gli stressors sono negativi quando sono associati a conseguenze indesiderabili; un evento è un disastro se produce conseguenze disastrose.
Accenneremo in un capitolo successivo al problema dei modelli teorici e delle loro implicazioni per la ricerca.
Le difficoltà di una definizione unitaria della categoria «disastri» rendono ancora più necessaria una tassonomia di questi eventi che riconosca e sottolinei le differenze. Le classificazioni alle quali faremo riferimento sono quelle significative ai fini della ricerca psichiatrica. Sono quindi distinzioni di tipo fenomenologico piuttosto che, p.e., fisico-chimico.
2. Classificazioni dei disastri
Gli eventi catastrofici differiscono fra loro anzitutto per una serie di caratteri intrinseci (Tabella 4). I seguenti sono i più
31