LA TERRA PROMESSA
PER UNA COMUNITÀ *
di SICCO MANSHOLT

Il 10 dicembre 1968 presentai al Consiglio dei Ministri della
Comunità Europea un memorandum sulla riforma dell’agricoltura
nella Comunità. A quell’epoca, la politica seguita dai Sei aveva pro­
dotto una situazione assurda. Si spendevano somme enormi per
sostenere i prezzi dei prodotti in eccedenza, e somme altrettanto co­
spicue erano destinati dai governi membri ai miglioramenti strutturali.
Eppure tutto questo non era servito a sanare il vero problema agri­
colo della Comunità; le fattorie erano troppo piccole, il reddito e il
livello di vita degli agricoltori calavano sempre più rispetto a quelli
di altre categorie della popolazione.
Per cercare di porvi rimedio elaborai un programma per la Com­
missione, intitolato « Agricoltura 1980 », che prevedeva:
1) Una diversa politica dei prezzi, mirante a normalizzare i
rapporti tra l’andamento di questi e quello del mercato.
2) Misure radicali di riforma fondiaria per portare le aziende
agricole a dimensioni rispettabili e aprire agli agricoltori le stesse
prospettive di benessere accessibili agli altri.
La premessa di base di questo programma era la riduzione della
popolazione rurale comunitaria da 10,6 milioni a 5 milioni. Questo
esodo doveva aver luogo in modo ordinato, ed essere accompagnato
da tutte le misure necessarie a fornire assistenza finanziaria e creare
nuovi lavori. La distribuzione dei sussidi di miglioramento strutturale
tra coloro che sarebbero rimasti ad occuparsi della terra, avrebbe
dovuto progressivamente concentrarsi in aziende agricole abbastanza
grosse da poter tirare avanti da sole. Dodici milioni di acri attual-

12testo dell'articolo
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(*) Pubblichiamo il
apparso sulI «Guardian» e su
firma
Sicco Mansholt. Ir
In *ésso l'autore illustra il prò«Il Giorno» a £
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gramma per la ristrutturazione agricola della Comunità Europea.

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