cola comune a seguito del venire meno della coesione monetaria tra i Sei. Da un lato, si accentuano le pressioni esterne perché modifichiamo sostan zialmente questa nostra politica; d’altro lato il persistere delle incer tezze in campo monetario ne impedisce l’ordinato funzionamento. Tengo a questo proposito a ribadire la nostra determinazione a proteggere quan to abbiamo realizzato con tanti sforzi nel corso degli anni ’60. Ciò non solo perché la politica agricola comune interessa milioni di cittadini della nostra Comunità; non solo perché questa politica trova il suo fondamento in evidenti ragioni politiche e sociali; ma anche perché la politica agri cola comune è per noi, oltreché un emblema, una realizzazione da com pletare. La politica agricola comune non può essere soltanto la politica dei prezzi; essa deve assolutamente essere integrata da una vigorosa po litica delle strutture. Nelle prossime settimane dobbiamo comunque fissare i prezzi agricoli europei tenendo altresì presente che le vicende monetarie non devono incidere sul reddito degli agricoltori; ma è altret tanto certo che il Consiglio ha il dovere di dare applicazione ai grandi orientamenti fissati nel marzo scorso, su proposta della Commissione, in tema di intervento sulle strutture agricole. L’obiettivo resta quello che da questo stesso podio cinque anni fa il Presidente Hallstein descriveva con le seguenti parole: “Il nostro obiettivo è la creazione di un’agricoltura moderna, inquadrata in un sistema economico moderno e orientata verso l’industria. Non deve essere una Cenerentola, ma partecipare a parità di grado al progresso economico e sociale”. Le scadenze del prossimo futuro ci impegnano su tutti i fronti, nei confronti dell’Ovest come nei confronti del Sud e dell’Est. Nei confronti dell’Ovest, i nostri rapporti con gli Stati Uniti potranno qualitativamente trasformarsi in una reale partnership man mano che la costruzione eu ropea avanza. Gli Stati Uniti ed i paesi europei concordano sugli obiettivi; si tratta di pervenire ad una più equilibrata distribuzione delle responsa bilità e degli oneri internazionali, di riformare il sistema monetario in ternazionale e di migliorare l’organizzazione del commercio mondiale. Coessenziale alla Comunità è l’attaccamento alla libertà degli scambi, ove essa ha una crescente responsabilità internazionale. Ecco il capitale grazie a cui i paesi europei possono consolidare la loro coesione e portare un contributo decisivo al rafforzamento della solidarietà dell’occidente, nonché il benessere di tutte le nazioni. È d’altra parte ormai prossima la terza Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo. L’Europa può esercitare un ruolo importante: siamo al centro di una rete di vincoli con i paesi del terzo mondo, abbiamo responsabilità parti colari nei loro confronti; siamo legati da un interesse comune all’espan sione degli scambi. Ecco le basi per una coraggiosa azione della Comu nità a Dieci per aiutare lo sviluppa e per alleggerire le tensioni dell’Emisfero Sud; ecco il terreno per un’azione politica capace di qualificare 110