localizzazione della materia imponibile. Spetta ai trasferimenti erariali e regionali operare nella direzione della perequazione di questi fenomeni di distorsione; d) differenziazione o equalizzazione tra i cittadini e tra le aree geografiche: quale equilibrio? Come si è detto all'inizio, l'autonomia politica e finanziaria porta con sè maggiori elementi di diversificazione e differenziazione su come il cittadino alla fine viene trattato. Maggiori o minori risorse, maggiore o minore capacità di iniziativa ed efficacia amministrativa, maggiore o minore efficienza sono il portato dell'autonomia e anche il costo di essa, di cui non sempre c'è precisa consapevolezza; e) il costo politico dell'autonomia impositiva. Imporre tributi comporta un costo politico. Qui è la radice del nesso tra elettività e potere di imposizione. Se è poco plausibile un potere di imposizione senza mandato elettivo, almeno in parte il teorema può e deve essere rovesciato, come si è visto in precedenza: non vi deve essere un potere elettivo senza potere di imporre. Il livello di coscienza e cultura civile condiziona la realizzazione di queste proposizioni. Questa constatazione è alla radice dei problemi posti dalle amministrazioni del Meridione d'Italia, avvezze a dare poco e a chiedere poco. II basso livello di tradizione amministrativa locale va di pari passo con il basso livello di coscienza civile e con la scarsa propensione a imporre ed a farsi imporre. Il tutto ha limitata connessione con la maggiore povertà di tali aree. Analoghe sacche di povertà si riscontrano in molti comuni del centro-nord, con un ben diverso ruolo del rapporto spesa locale - fiscalità locale. Regioni, province e comuni di fronte all'autonomia impositiva. e mandalo elettivo e potere di imposizione presentano un nesso indissolubile, analoghe aspetlative investono tutti e tre i livelli di governo sub-centrali. In particolare per le regioni esiste una espressa statuizione costituzionale all'art. 119, là dove si parla di imposte proprie. Tuttavia nel ridisegno delle nuove forme di autonomia impositiva rilevano vari elementi, che pongono i vari enti in posizione differenziata, vuoi in relazione al livello di governo di appartenenza - regioni, province, comuni -, vuoi in relazione alla dimensione geografico- territoriale; tema che tocca in particolare come si è già ricordato, le possibili difficoltà dei comuni medio-piccoli. Pertanto, in relazione ai diversi livelli di governo, regionale, provinciale e comunale, i problemi coinvolti in ordine al potere di imposizione, possono essere così elencati: a) la prossimità del cittadino con l'ente impositore: ne dipende la percettibilità dell'onere e la connessione con i benefici della spesa locale; b) la dimensione amministrativa sufficientemente ampia: ne dipende la disponibilità di personale qualificato, specificatamente addetto alla funzione tributaria e la dotazione di adeguati apparati e strumenti tecnico-informativi; c) gli effetti di traboccamento della materia imponibile: l'interdipendenza delle attività sociali ed economiche e la mobilità elei residenti, dei consumatori, e dei fattori di produzione non consentono sempre una pacifica imputazione di una certa materia imponibile ad un certo ente, ed un'equa corrispondenza tra vantaggi indotti dalla spesa locale e proventi fiscali che derivano dalle varie attività. Tipico è il caso di un grande stabilimento localizzato in piccolo comune. Più si sale nel livello di governo, più è facile che tali effetti possano venire internalizzati; d) la connessione dell'applicazione di tributi con la gestione diretta di funzioni amministrative, e non semplicemente l'espletamento di funzioni di programmazione e di regolamentazione o di allocazione di flussi finanziari. Per questo, se di massima poteri impositivi autonomi sono da riconoscersi a tutti e tre i livelli di decentramento territoriale esistenti nel nostro paese, è altrettanto vero che un discorso articolato e differenziato a seconda delle varie forme di prelievo si impone, in relazione alla diversa elegibilità che essi presentano con riferimento alle funzioni assolte, alla loro dimensione, alla loro prossimità con la popolazione. Ad esempio le forme di compartecipazione a tributi erariali, sulla base di quanto localmente riscosso, sono una collaudata forma di finanziamento per le regioni. Il ruolo dei trasferimenti finanziari i si è a lungo soffermati ly nelle pagine precedenti a rimarcare gli inconvenienti di un sistema, quale quello applicato per vent'anni dalla riforma tributaria alla l.d. 421/92, fondato sulla forte prevalenza dei trasferimenti erariali a regioni e enti locali. Ricorrentemente vengono fatte proposte che prospettano un radicale rovesciamento di fronte, con riduzione dei trasferimenti statali a entità marginali e un forte decentramento in materia di imposte. È doveroso affermare che in un paese come il nostro, dove sussistono così forti differenziazioni di reddito e di ricchezza, e perciò di attuali o potenziali basi imponibili di imposte regionali o locali, l'autonomia impositiva regionale e locale, ove fosse spinta oltre certi limiti, comporterebbe severe penalizzazioni nel livello dei servizi resi nelle aree meno sviluppate e nelle zone economicamente marginali. Mario Piazza 40