136 DELLE STRADE FERRATE ITALIANE Intanto, cessato il primo calore della speculazione, sopragiunte acerbe contestazioni fra gl’interessati, seguito il solito rigiro dell’ag-giofaggio, succedeva l’ordinaria conseguenza di esso, la crisi commerciale accennare in gran parte a esaudire il voto dei bergamaschi, e a rendere più proficua la strada di Monza, ch’or dicesi perdente, se si considera però, non il primo suo costo, ma Yattuale. Avevamo dimenticato di notare un’idea di conciliazione ch’erasi esposta dal signor de Kramer 27, di lasciare alle due società formatesi per la strada da Milano a Brescia per Bergamo il pensiero di coltivar quell’impresa, e invece di eseguire la linea Milani da Milano a Brescia per Treviglio, andare piuttosto da Milano a Lodi, Cremona e Mantova, indi a Verona, congiungendo con una linea trasversale Brescia a Mantova, risparmiando così le due linee pur proposte, l’una da Cremona a Treviglio per Soresina, e da Treviglio a Bergamo, e l’altra da Lodi a Crema e oltre, sino alla detta linea da Cremona a Treviglio, risparmiando ancora la linea da Verona a Brescia per la Volta, che fu poi quella adottata. Di questa affatto diversa doppia direzione, cessata la lite bergamasca, più non parlavasi. Vedremo altrove quali modificazioni, a nostro parere, sarebbero da preferire alla linea Milani (vedasi l’opuscolo del signor Kramer, descritto all’elenco delle pubblicazioni seguite sulla vertenza bergamasca, documento n. 3). Abbiamo cercato d’esporre ne’ più brevi termini possibili la vertenza bergamasca, onde vennero tante contradicenti pubblicazioni, e sebbene ci siamo fatto carico di procurarci la collezione compita d’esse, di cui riportiamo in fine l’elenco suddetto, non esitiamo a dire che, dopo averle attentamente lette e studiate, vari sentimenti sonosi in noi destati al pari tristissimi: 1. Il dolore di vedere uomini di chiaro ingegno, aventi patria comune, entrati in un impresa, da essi tutti proclamata utilissima, abbandonarsi a una polemica acerbissima, nella quale prevalsero le più dure e spiacevoli personalità; 2. L’altro dolore di vederli più badare a quistioni di puntiglio, che non al vero utile, obbietto cui avrebbero dovuto tendere, anche a costo di reciproci sagrifici d’amor proprio leso, e veder dato così agli estranei il mal esempio della poca nostra concordia, cedendo fors’anche alcuni, senz’awedersene, a quel gretto municipalismo che sempre fu nostra rovina; 3. Ancora, il rammarico di scorgere come quello stesso personale puntiglio muovesse a mutare opinioni, prima sostenute con gran calore e pari ingegno; e 4. finalmente, il giusto ribrezzo che desta una discordia sorta tra concittadini e firatelli, nata dall’incitamento d’esteri speculatori, ai quali molti piegavano il proprio voto, certo non per causa meno onorevole, 27. Carlo Kramer, della famiglia dei Kramer, industriali milanesi originari della Svizzera, marito di Teresa Berrà (1804-1879), patriotta e mazziniana.