struttura militare, mentre il modello delle organizzazioni "informatiche" è più simile ad un'orchestra in cui ciascuno esegue il suo pezzo pur suonando lo stesso spartito. In quest'ottica, il cambiamento tecnologico è solo un aspetto di un processo di mutamento organizzativo di ampie dimensioni. Il suo fine ultimo non è tanto quello di ottenere dei miglioramenti nella produttività del singolo, quanto quello di accrescere l'efficienza dell'organizzazione nel suo complesso (Strassman, 1985). E il ruolo di chi deve gestire le nuove tecnologie non deve essere quello di uno specialista, bensì quello di un "agente" del cambiamento che sa come affrontare i complessi problemi organizzativi che l'implementazione di tali tecnologie può creare, problemi la cui comprensione è strumentale per un valido utilizzo di queste ultime (Keen, 1982). Constatata l'importanza del ruolo dell' "utente" degli strumenti tecnologici nell'ambito del modello strutturale - essendo in genere gli utenti fonte di conoscenze e di informazioni relative all'organizzazione del lavoro, nonché gli arbitri ultimi in merito al problema di come meglio utilizzare le tecnologie stesse - la partecipazione viene ad essere un elemento chiave di questo diverso modo di gestire il cambiamento nell'ambiente di lavoro. La partecipazione è la tecnica attraverso la quale si perviene ad un efficace utilizzo delle nuove tecnologie; al tempo stesso essa costituisce uno strumento per ottenere l'appagamento ed il coinvolgimento del lavoratore al processo di trasformazione. ESsa è dunque divenuta un requisito costante in tutte le implementazioni 29