La difesa e la divulgazione della ^ W memoria storica del movimento operaio è la premessa per analizzare, interrogarsi e riflettere sul presente. La crisi generale delle forme tradizionali della rappresentanza politica e, in particolare, dei partiti di sinistra, la scomparsa del Pei e la diaspora in altre formazioni politiche o nel privato, la crisi istituzionale, che ormai tocca ogni aspetto del sistema politico italiano, dai poteri dello Stato al governo locale, la disaffezione e la sfiducia crescenti verso i partiti e le istituzioni, impongono di prestare particolare attenzione alle nuove forme di aggregazione e di impegno che si stanno confusamente esprimendo nella società civile. Sotto questo punto di vista, il Gramsci si propone di essere una sorta di osservatorio permanente, pronto a cogliere i nuovi interessi e le nuove aspirazioni di quei settori della società civile che non riescono più ad esprimersi attraverso i canali tradizionali della rappresentanza politica ed istituzionale. Ad esempio, la diffusione del fenomeno del volontariato, specie in favore dei settori più deboli ed emarginati, tagliati fuori dai privilegi corporativi e dì categoria, e quindi privi di qualsiasi potere contrattuale (dagli anziani agli immigrati, dai tossicodipendenti ai malati di mente), dimostra che, soprattutto tra i giovani, già esistono forme di impegno e di mobilitazione spontanea, all'interno delle quali possono essere colte le premesse per rimettere insieme i frammenti di un tessuto sociale e politico gravemente malato. Analogamente, l'impegno che organizzazioni di categoria e, più in generale, i settori più sensibili del mondo finanziario, bancario e imprenditoriale stanno rispettivamente attuando per contrastare la crescente diffusione delle pratiche estorsive nei confronti di imprenditori e commercianti e la penetrazione del potere mafioso nel mercato legale, costituisce un'ulteriore prova della volontà di reazione e di mobilitazione spontanea, democratica e dal basso, contro quei poteri criminali che gli apparati istituzionali dello Stato non sembrano più in grado di contrastare adeguatamente. Sempre sul terreno dell'impegno contro la criminalità organizzata, si deve segnalare il rinnovato interesse di associazioni che raccolgono tra i loro aderenti soprattutto imprenditori e liberi professionisti, quali il Rotary ed i Lions, in un quadro in cui le tesi e le posizioni di studiosi e di operatori appartenenti alla cultura di sinistra trovano un credito ed un seguito sino a ieri assolutamente imprevedibili. Ed ancora, l'insoddisfazione e la disaffezione incominciano ad alimentare forme di trasversalità tra soggetti, politici e non, tradizionalmente divisi da steccati insuperabili. In nome dell'impegno civile contro la mafia, dell'obiettivo di correggere la disciplina legislativa in tema di consumo della droga, ovvero di opporsi alla dilagante corruzione nella gestione della cosa pubblica, vediamo sedersi attorno ad uno stesso tavolo personaggi che hanno abbandonato la vita politica e soggetti che hanno sempre operato fuori dei partiti, nell'associazionismo privato o di categoria, in un contesto in cui queste aggregazioni sembrano corrispondere ad una volontà diffusa di continuare ad essere presenti nella società civile. Censire, analizzare, capire e, se del caso, partecipare a queste nuove forme e modalità di aggregazione sociale non costituisce evidentemente un'attività di studio e di ricerca fine a sé stessa. È la premessa per verificare se esistono le possibilità di un dialogo con le espressioni tradizionali della rappresentanza politica, a cominciare dai partiti di sinistra. Sotto questo punto di vista l'Istituto Gramsci si pone come una sede privilegiata di incontro, garantita dagli obiettivi culturali perseguiti e dall'autonomia nei confronti della politica dei partiti. Per quanto riguarda i ^^t programmi di attività attraverso cui ci si propone di realizzare questi obiettivi, basterà qui fare cenno, nell'ottica della difesa critica della memoria storica, ad un ciclo di incontri seminariali, organizzato con altre istituzioni culturali torinesi e di cui saranno destinatari privilegiati gli studenti, sulle radici storiche dei grandi temi del dibattito sulla sinistra in Italia. Le interpretazioni sulla Resistenza, il ruolo dei partiti di sinistra nella formulazione della Costituzione, le trasformazioni del comunismo italiano, il passaggio dalla "lotta di classe" alla "cittadinanza sociale", la sinistra italiana e la politica estera dalla guerra fredda al crollo dell'Unione Sovietica, le grandi divisioni ed i momenti di unità della sinistra italiana, saranno alcuni dei temi di dibattito e di confronto tra storici e protagonisti della storia dell'Italia repubblicana. Alla proiezione sul presente sono soprattutto dedicate due iniziative di ricerca, ormai in avanzata fase di realizzazione, nonché la prosecuzione di un programma che ha già impegnato il Gramsci negli anni passati. Ci riferiamo da un lato alla ricerca, che verrà condotta per conto della Regione Piemonte, sul tema delle riforme istituzionali e delle nuove forme di rappresentanza politica, nonché alla ricerca sulla tutela dei risparmiatori, vittima delle raccolte atipiche e truffaldine del risparmio, sponsorizzata da istituti di credito e società finanziarie; dall'altro alla prosecuzione del censimento e dell'osservazione delle varie iniziative del volontariato. Nell'affrontare i profili operativi, è emerso il dato, altamente positivo, che all'interno della comunità dei ricercatori e degli amici del Gramsci sono ampiamente presenti le risorse culturali, scientifiche e interdisciplinari e le disponibilità personali necessarie per la realizzazione di tali programmi. Ben diverso è, invece, il bilancio finanziario, sul quale l'Istituto ha incontrato e contìnua ad incontrare notevoli ostacoli. Si torna così al problema iniziale, cioè alle difficoltà di fare cultura a sinistra in questo momento storico-politico. La prospettiva di trovare maggiori adesioni e supporti proprio a seguito da un lato della frantumazione del vecchio partito comunista, dall'altro dell'impegno che settori del mondo imprenditoriale e finanziario incominciano a manifestare su temi che rientrano tra gli obiettivi di studio e di ricerca del Gramsci, è rimasta delusa. Il programma di porsi come terreno di incontro e di riflessione culturale sul ruolo passato e presente dei partiti di sinistra incontra ancora diffidenze ed incomprensioni: d'altro canto, il nome a cui è intitolata la Fondazione crea reazioni e riserve da parte di quei settori del mondo imprenditoriale, bancario e Finanziario che stanno scendendo in campo per reagire contro il crescente degrado istituzionale e politico e per contrastare le sempre più minacciose aggressioni della criminalità organizzata alle regole minime della convivenza civile e della libertà del mercato. La scommessa che la Fondazione Gramsci si propone di vincere è, appunto, di riuscire a svolgere questo ruolo di 3