La metodologia LOOI suddivisa in periodo di espansione (dai 20 ai 30 anni) e periodo organizzativo (dai 30 ai 40 anni), e la fase sociale (dai 40 alla metà dei 60). Il periodo dal ventesimo anno al trentesimo è contrassegnato da una forte tensione vitalepsichica e l’atteggiamento dell’animo è di espansione verso il mondo. Il giovane di questa età esprime una grossa creatività sociale: egli deve far sì che i capi e i colleghi lo accettino per le sue prestazioni e per il modo di relazionarsi agli altri ed anche al di fuori del lavoro creerà un suo peculiare ambiente e stile di vita. Intorno al trentesimo anno inizia un cambiamento, molti lo vivono come un addio definitivo alla giovinezza; la labilità emotiva diminuisce, si tende a diventare più obiettivi, osservando le cose con maggior distacco e pacatezza, l’elemento razionale prende il sopravvento. Il periodo fra i 30 ed i 40 anni è un periodo di consolidamento, in cui la carriera sta al centro, si giudica in modo disincantato e si agisce dopo aver riflettuto: i problemi della vita in genere, il lavoro e la pianificazione del futuro vengono affrontati in maniera razionale. In tale fase la persona dovrà imparare ad organizzare il contesto e sé stesso ed a prendersi delle responsabilità per poter agire a partire da un proprio sistema di principi. A 35 anni la persona si trova al centro della vita, le forze vitali lo sorreggono ancora, l’intelletto raggiunge il massimo livello di sviluppo, la volontà è diretta a fatti di contenuto concreto ed i problemi di contenuto sociale vengono risolti a livello razionale-organizzativo. Intorno ai 40 anni nasce, prima occasionalmente, poi sempre più spesso, una crisi di valori. Si è raggiunto ciò per cui si è lottato e ci si chiede se ha senso proseguire in quella direzione con un sentimento di insicurezza ed inquietudine. È il momento in cui si verificano le proprie rappresentazioni e valori. In tutta la fase di espansione dai 20 ai 40 anni l’individuo viene sorretto dalle forze vitali che sperimenta e si vede al centro del mondo che lo circonda: l’enfasi è sull’io (io ho successo, io dirigo bene la sezione, a me gli affari vanno bene). La crisi che sopraggiunge, se superata positivamente, porta dall’io al noi; ci si domanderà spesso non più “come posso io risolvere il problema?”, bensì “come posso delegare questo compito in modo che un altro possa imparare qualche cosa di nuovo?” Si inizia a vedere sé stessi come uno dei fattori di un tutto più grande, la pienezza di vita viene raggiunta nell’assumersi compiti che si adattino a questo più ampio contesto e contemporaneamente diano agli altri la possibilità di evolvere. Nella vita di uomini con grande responsabilità e lavoro creativo la seconda metà degli anni cinquanta è il periodo qualitativamente migliore come creatività. Per alcuni però dubitare delle proprie rappresentazioni di valori di un tempo e delle proprie capacità rappresenta uno shock e un segno di debolezza. Ne consegue irrigidimento e difficoltà nei rapporti, in quanto si cerca di dimostrare continuamente di essere ancora all’altezza della situazione, come negli anni precedenti, arroccandosi nel proprio modo di affrontare e risolvere le situazioni. È una grossa responsabilità di chi guida lo sviluppo nelle aziende, così come per chi avvia progetti di sviluppo locale creare le opportunità per cui questo non si verifichi valutando per tempo chi può prendere la leadership per lo sviluppo di iniziative intervenendo con colloqui, valutazione degli scenari personali e motivazionali, realizzando una politica consapevole, per evitare situazione stagnanti e conflittuali. A sua volta chi prende delle responsabilità quale sviluppatore/leader orizzontale dovrà osservare le criticità che insorgono esercitando l’osservazione dei principi ispiratori propri e delle persone con cui collabora, oltre che valutare la dimensione biografica e le sue caratteristiche. Molte criticità si risolvono potenziando l’osservazione del piano biografico come aiuto alla presa di decisioni. 3.2. La visione sistemico evolutiva dell’organizzazione Anche le organizzazioni, come le persone vanno considerate come sistemi in evoluzione. Importante distinguerle rispetto al concetto di evoluzione biologica, che si sviluppa dalla forma globale più semplice, fino a una meta finale precostituita, alla forma adulta della specie che è 25