COMUNITÀ MONTANE Il piano socio-economico di sviluppo della Comunità montana Alto Garda Bresciano La Comunità montana Alto Garda Bresciano, comprendente nove comuni, ha portato a termine nel corso del 1980 la elaborazione del proprio piano di sviluppo socio-economico, predisposto per l’arco temporale di dieci anni, frut to di un intenso lavoro che ha visto protagonista una Commissione, presie duta dall’assessore alla Programmazio ne della Comunità montana, composta dalla Giunta esecutiva della Comunità e dai capigruppo consiliari, la quale ha curato il coordinamento e la gestione politica di questa esperienza operando in stretto collegamento con le Ammini strazioni locali e le forze sociali. Dal punto di vista tecnico la Commissione si è avvalsa dell’ausilio di un gruppo di lavoro qualificato per le specifiche esperienze professionali dei suoi com ponenti nei vari settori oggetto di studio. di pianificazione, l’occasione per una qualifica politica e culturale delle po polazioni. Risulta ormai evidente, infatti, la ne cessità che gli organismi elettivi siano posti in grado di gestire direttamente le risorse del territorio e la complessa dinamica delle loro utilizzazioni così come la loro corretta organizzazione ed i servizi sociali indispensabili per migliorare la qualità di vita dei citta dini; ciò comporta un nuovo rapporto con i tecnici, un diverso modo di for mazione degli strumenti pianificativi e, in ultima analisi, un ruolo più coscien te ed incisivo degli amministratori pub blici. Costoro infatti oltre a stabilire gli orientamenti generali e particolari Il Piano è corredato da una serie dì allegati inerenti tavole statistiche e ri lievi cartografici. Per quanto concerne la metodologia generale e la concezione del Piano, è stata intrapresa in via preliminare una scelta precisa in merito alle modalità di elaborazione del Piano stesso, col ri fiutare quella concezione tecnicistica che ne fa un prodotto elaborato a di stanza dai tecnici e che è di fatto una operazione di delega politica, non certo in sintonia con le leggi nazionale e re gionale le quali, invece, mirano ad una autentica espressione locale di crescita sociale ed amministrativa. Pertanto si è dato l'avvio ad un pia no inteso come «processo operativo» che fosse sostanzialmente un’operazio ne politico-amministrativa e che fon dasse il più possibile i suoi presuppo sti sul coinvolgimento di tutte le ri sorse culturali e politiche presenti ed agenti sul territorio. Il cammino iniziato è, senza dubbio, il più complesso, poiché affida la ste sura degli obiettivi e la ponderazione delle scelte ad un processo di parteci pazione delle varie componenti ammi nistrative della Comunità. Tale modo di intendere il Piano si è rivelato assai coerente con il dibattito con temporaneo della cultura urbanisti ca, che tende ad instaurare, con la fase Lavorazione del latte in malga X/27