Il Progetto integrato
per gli itinerari culturali e turistici
del Mezzogiorno
Qualche osservazione sul ruolo da riconoscere agli Enti locali

GIAN CANDIDO DE MARTIN

Poiché debbono ancora essere definiti puntual­
mente i contenuti della proposta (formulata dal Mi­
nistro per il Mezzogiorno, e ripresa dal Ministro per
i beni culturali) sugli itinerari turistico-culturali in
ordine ai procedimenti e alle modalità di definizione
dei rapporti giuridico-amministrativi tra tutti i sog­
getti cointeressati, appare opportuno sottolineare
fin d'ora — anche per contribuire ad evitare il mec­
canico riprodursi delle impostazioni tradizionali de­
gli interventi per il Mezzogiorno, rivelatisi spesso
carenti e inadeguati proprio sul terreno delle pro­
cedure — la necessità imprescindibile di garantire e
salvaguardare un appropriato ruolo «ordinario»
delle autonomie territoriali costituzionalmente rico­
nosciute anche rispetto alla logica degli interventi
« straordinari », in cui sembra debba rientrare il pro­
getto speciale (a carattere interregionale e interset­
toriale) degli itinerari in questione.

In effetti, uno dei limiti istituzionali principali
della politica meridionalistica — a voler prescindere
qui dalle questioni sui modelli di sviluppo e sul ri­
schio delle cattedrali nel deserto — va sicuramente
riscontrato nello scarso coinvolgimento sostanziale
degli enti rappresentativi delle comunità locali in
ordine alle decisioni sugli interventi da programma­
re e sulle modalità di attuazione. Cosicché tali in­
terventi hanno assunto per lo più — anche se spesso
utili in concreto, almeno a prima vista — un carat­
tere «assistenziale» e comunque centralistico, con
gli enti locali pressoché ridotti a «stazione appal­
tante» o a «terminali» deH’amministrazione statale
o della CASMEZ. Tale carattere permane anche nelle
leggi più recenti, in particolare nella legge 183/76
(interventi per il Mezzogiorno per il quinquennio
1976/80), che, pur rappresentando un passo avanti
verso le regioni, specie in ordine agli interventi dell’art. 7 e ai progetti speciali deH’art. 8, mantiene pra­
ticamente estranee alle decisioni le autonomie locali
minori e concentra gli effettivi poteri nella Cassa ed
enti collegati.
£ perciò necessario evitare che risorgenti neo-de­
cisionismi dirigistici (che sembrano particolarmente

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cari a taluni nuovi fautori del welfare state) ripro­
ducano e perpetuino la «dipendenza» delle comu­
nità locali, particolarmente grave proprio nelle aree
deboli (quelle interne del Mezzogiorno, quelle mon­
tane, ecc.).

Si tratta di un punto nodale per attuare lo «Stato
delle autonomie», che implica la effettiva valorizza­
zione di quel policentrismo autonomistico che è alla
base del modello di stato democratico voluto dai co­
stituenti, in aderenza alle peculiarità delle diverse
comunità territoriali, tra loro coordinate in base al
principio di sussidiarietà.
In tal senso, è necessario concepire anche l’inter­
vento straordinario mediante progetti speciali per
gli itinerari turistico-culturali anzitutto quale stru­
mento per sostenere l’auto promozione locale dello
sviluppo economico (tendenzialmente intersettoriale
e a dimensione «micro»), che si deve legare indis­
solubilmente allo sviluppo sociale e culturale, nel
rispetto dell’identità e dei valori dei luoghi e senza
alterare il fragile equilibrio ambientale di zone spes­
so « diverse », da non omologare né omogeneizzare
a modelli culturali estranei, oltretutto talora artifi­
ciosi ed elitari.

Compito precipuo dell’intervento straordinario è
quindi quello di far emergere e sviluppare le inizia­
tive e positive potenzialità locali, finalizzandole e
coordinandole altresì all'interesse nazionale, ma ri­
conoscendo — fin dove possibile — il primato e co­
munque l'imprescindibilità delle volontà locali (d’al­
tra parte già spesso sperimentate o in atto in campi
delicati: v. i poteri urbanistici comunali; v. il pote­
re incisivo riconosciuto agli enti locali dalla legge
219/81 per gli interventi post-terremoto; v. anche
le numerosissime iniziative in campo turistico-culturale assunte per lo più a livello locale, che si sono
rivelate positive allorquando non improvvisate, ma
legate alla cultura locale).
Perciò il ruolo del progetto itinerari turistico-cul­
turali non può che essere essenzialmente di promo­
zione e sostegno delle capacità locali e regionali di