EDITORIALE Un nuovo "decalogo,, per la riforma degli Enti locali Gli echi delle preoccupazioni suscitate dalla re cente approvazione in Senato di un ordine del giorno sul tema della riforma dell'ordinamento delle Auto nomie locali, suggeriscono di tornare ancora su que sto tema. Cerchiamo di fare con obiettività il punto aggiornato sulla situazione. Dopo una lunga stagione di dibattito politico cul turale sulla riforma delle autonomie locali, iniziata all’indomani ài un ampio accordo politico che ac compagnò l’emanazione del decreto 616 nel 7977, 10 scioglimento anticipato del Parlamento, nel 1983, determinò la decadenza delle iniziative legislative in atto per la riforma fra le quali la proposta di legge presentata dal Governo al Senato nel luglio del 1982. Su questa proposta, per unanime decisione dei parti ti, ha lavorato per molti mesi la Commissione Affari Costituzionali del Senato che ne ha delibato i primi 11 articoli prima dello scioglimento delle Camere. All’inizio di questa legislatura il Governo ha ri proposto il testo al Senato tenendo conto dei mi glioramenti poi apportati dalla Commissione. A que sta del Governo si è affiancata un'altra proposta pre sentata da un gruppo di senatori del PCI. Per quanto attiene alle Comunità montane il do cumento dice testualmente: «Le Comunità montane sono associazioni obbligatorie per legge dei Comuni montani individuati dalle Regioni sulla base di cri teri /issati dal legislatore nazionale. Esse devono tendere a realizzare l'esercizio associato delle {un zioni comunali e a favorire la funzione dei Comuni». Dal resoconto sommario della seduta del Senato del 9 maggio 1984 trascriviamo: «Beorchia (Presi dente della Commissione Tecnico-Legislativa dell'UNCEM, n.d.r.) prende la parola per chiedere ai presentatori dell’ordine del giorno di prevedere, al punto 1.3.4. dove si tratta delle Comunità montane, di riconoscere esplicitamente questi soggetti come enti locali non territoriali alla luce dei fondamentali compiti di sviluppo ad essi affidati dalle leggi vigenti, e della loro importanza per la vita democratica in vaste aree del paese». «Mancino, relatore. Si di chiara contrario alla modifica proposta dal senatore Beorchia in quanto essa potrebbe dar luogo a con troversie interpretative e considerato anche che la questione potrà essere adeguatamente affrontata in sede di esame della riforma generale delle Auto nomie». Lo stesso relatore sen. Mancino concludendo la discussione generale sull'o.d.g. aveva detto: «Per quanto riguarda poi la configurazione giuridica delle Comunità montane, l'ordine del giorno è piuttosto carente, ma in sede di esame della riforma delle autonomie non si potrà riconoscerne la natura esclu sivamente associativa, che preclude di poterle consi derare come ulteriori enti intermedi» (dal Resoconto sommario citato, pag. 15). Una delle ragioni... storiche del non rapido proce dere dell’iter parlamentare della riforma, rimaneva la pregiudiziale del Partito Repubblicano sulla sop pressione della Provincia. Anche in questa legisla tura alcuni senatori del Gruppo Repubblicano hanno presentato un disegno di legge costituzionale che prevedeva la «soppressione dell’Ente autonomo ter ritoriale Provincia». Per superare questa pregiudi ziale del Partito Repubblicano ed avviare l’esame della proposta di riforma dell'ordinamento delle Autonomie locali è stata concordata tra i partiti della maggioranza ed il PCI una procedura che pre vedeva l’esame in aula (del Senato) del disegno di legge dei senatori del PRI e la contestuale approva zione di un ordine del giorno contenente le linee di rettrici per la legge di riforma delle Autonomie. La stessa mattina del 9 maggio la Giunta esecu tiva dcll'UNCEM allargata ai Capi gruppo del Con siglio nazionale ed ai Presidenti delle Delegazioni regionali approvava all’unanimità un documento il lustrante la posizione dell'UNCEM sulla materia. Il 9 maggio scorso l’assemblea del Senato ha re spinto in prima deliberazione il disegno di legge co stituzionale dei senatori repubblicani che prevedeva la soppressione della Provincia ed ha approvato al l'unanimità l’ordine del giorno (sottoscritto anche dal rappresentante del Gruppo del PRI!) che, in 10 capitoli, indica le linee direttrici per la riforma dell’ordinamento delle Autonomie. Il documento, chiaramente frutto di un delicato compromesso tra i partiti, è piuttosto «infelice» nella forma ed abba stanza «curioso» nella sostanza. Il documento che sarà pubblicato std prossimo numero della rivista è stato trasmesso alle sedi in teressate. La Presidenza deU'UNCEM ha in program ma nei prossimi giorni incontri con i senatori della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Anche delle risultanze di questi incontri daremo notizia std prossimo mimerò. Ci è stato intanto confermato che il dibattito in Commissione sulla riforma delle Auto nomie proseguirà sul testo della proposta presentata dal Governo. Edoardo Martinengo Per il momento per carità di patria e di... istitu zioni, non facciamo commenti std nuovo «decalogo». VI/3